Si è conclusa l’indagine “Percorsi disegnabili” volta ad approfondire i vissuti e i bisogni insorti per disabili e caregivers durante il Covid nel territorio del distretto di Vignola, al fine di indagare quali servizi sono stati attivati ad hoc e come si sono riorganizzati i servizi esistenti, per poter mettere a sistema le cose che hanno funzionato e correggere quelle che hanno avuto qualche battuta di arresto e creare così maggiore benessere collettivo.
È stato somministrato un questionario a 43 caregivers, 12 persone con disabilità e 104 operatori dei servizi pubblici e privati e volontari di associazioni attivi sui temi della disabilità.
Sebbene il questionario si rivolgesse non solo ai familiari di riferimento per la persona con disabilità, è emerso in modo chiaro che la cura del disabile è affidata in modo prevalente alle persone conviventi, che nella maggior parte dei casi sono anche familiari.
Dall’analisi delle risposte ricevute si evince come l’assistenza alle persone disabili è assicurata in primis dalla famiglia e in particolare dalle figure femminili presenti.
Tra i compilatori emerge una percentuale elevata di mamme con bambini e ragazzi in età scolare, che hanno sentito il bisogno di esprimere il loro “sentito” rispetto al periodo di chiusura che le ha viste impegnate a conciliare il lavoro con la presenza a casa dei figli.
Questo non rappresenta un elemento di novità ma un dato imprescindibile che va colto in tutte le sfaccettature: le donne sono spesso costrette a importanti compiti di cura che vanno a condizionare la loro indipendenza personale, che rendono difficile la conciliazione del tempo lavoro, con il tempo di cura e il tempo per sé, condizione che si aggrava nel tempo in quanto difficilmente la persona disabile uscirà dal proprio nucleo famigliare per vivere in autonomia.
I caregivers che sono anche famigliari se non riconosciuti e accolti nella fatica della cura, rischiano di isolarsi, sentirsi poco compresi e creare con i servizi un rapporto simmetrico, che preclude un confronto costruttivo e generativo.
Le risposte al questionario, sono state date da famiglie italiane, residenti nella maggior parte dei territori dei Comuni del Distretto di Vignola, e anche se non seguite dai servizi hanno colto in questa indagine un’occasione un modo per dare il proprio contenuto, riteniamo questa apertura un elemento estremamente positivo perché siamo riusciti a intercettare anche chi normalmente è fuori dal circuito dei servizi/associazioni istituzionali.
Un dato significativo è che tra i compilatori mancano totalmente i cittadini stranieri, nonostante l’alta percentuale di disabili stranieri in carico ai servizi sia scolastici sia territoriali. Le persone con disabilità per il 50 % sono in età scolare e per la maggior parte vivono con le persone che hanno compilato il questionario.
Il tipo di disabilità raccontata è varia con una percentuale più elevata per quella intellettiva.
La percezione che emerge dalle domande dove si chiede se la vita sia “migliorata o peggiorata” mostra, seppur in alcuni casi siano stati colti anche elementi di miglioramento, come non sia migliorata.
Questo nella maggior parte dei casi è a causa delle limitazioni dovute all’emergenza sanitaria. Viene segnalato in modo importante quanto il cambiamento della propria routine ovvero non vedere né parlare con le persone, non poter fare le cose che piacciono, non avere informazioni chiare, abbia creato un grande senso di solitudine.
Possiamo però vedere come nel lockdown si siano potuti trovare anche degli aspetti positivi, perché ha portato a far riscoprire capacità inaspettate come l’imparare a far delle cose che non si credeva di riuscire a fare, anche attraverso l’uso della tecnologia e ad avere rapporti col vicinato acquisendo, in certi casi, maggior autonomia.
Gran parte dei Servizi coinvolti nella compilazione del questionario ha reagito fin dai primissimi giorni di lockdown, con contatti con l’utenza di riferimento e strutturando una risposta, seppur con offerta diversificata, degna di nota. Il 92,96% degli operatori che hanno compilato il questionario hanno individuato quale bisogno prioritario emerso nel periodo di lockdown quello dell’ascolto e della vicinanza per le persone con disabilità. Tale dato lo ritroviamo anche tra i risultati emersi nei questionari rivolti agli utenti e ai loro famigliari. Gli interventi/attività attivate nel periodo di lockdown hanno quindi principalmente cercato di rispondere a tale bisogno. Infine è emerso come alcuni degli interventi/attività siano stati mantenuti anche nei successivi periodi di restrizioni ai quali la pandemia da SARS – CoV 2, ci ha obbligato. In particolare sono stati mantenute le videochiamate di saluto, videochiamate con attività, telefonate di supporto.
L’indagine è stata promossa dal Tavolo permanente sulla Disabilità del Distretto di Vignola, attivo sul territorio dal 2010 e composto da operatori dell’Unione Terre dei Castelli, dell’Asp, dell’Asl, del Csv, degli enti di terzo settore e di familiari che insieme lavorano a partire dalle necessità delle persone.
Per informazioni e ricevere il report è possibile scrivere a vignola@csvterrestensi.it