In Ferrari il 2021 inizia con lo sciopero dei lavoratori proclamato dalla Rappresentanza Sindacale Fiom Cgil per chiedere il reintegro dei lavoratori precari che non sono stati riconfermati, ricevendo la notizia pochi giorni prima delle ferie natalizie.
“Oggi – spiegano in uno nota RSA Fiom Cgil Ferrari, Fiom Cgil Modena e Nidil Cgil Modena – è stato proclamato il primo sciopero in Ferrari dell’era Covid-19 e non a caso si tratta di uno sciopero in solidarietà ai lavoratori meno tutelati e contro le logiche di precarietà e arroganza aziendale.
Oggi i lavoratori del Reparto Fonderia hanno scioperato per chiedere il reintegro del collega precario allontanato dall’azienda con una telefonata durante le feste di Natale, dopo 2 anni di lavoro. Chiedono inoltre il reintegro di tutti i lavoratori precari della Ferrari lasciati a casa a dicembre.
Lo sciopero è partito dalla zona di lavoro nella quale lavorava l’operaio in somministrazione lasciato a casa negli scorsi giorni, una zona di lavoro di eccellenza professionale premiata come miglior tratto di lavoro della Fonderia nel 2020. I lavoratori del tratto “anime” hanno guidato lo sciopero che ha coinvolto l’intero reparto”.
“Nell’era della pandemia – prosegue la nota – l’attenzione alla conservazione del posto di lavoro e il principio di solidarietà sono tornati fondamentali tra i lavoratori che riprendono una lunga tradizione di rivendicazione sindacale propria della storia della Ferrari e del territorio modenese, come dimostra la commemorazione appena avvenuta per i caduti dell’eccidio delle fonderie del 1950.
Con lo sciopero arriva un primo forte segnale all’azienda, un segnale che pone l’attenzione sulla richiesta di un confronto urgente, anche per le voci che si rincorrono su esuberi in Gestione Sportiva e riorganizzazioni unilaterali. Ferrari deve comprendere che fare da sola senza il coinvolgimento dei sindacati non può far altro che generare problemi.
L’azienda ha commesso un errore – concludono RSA Fiom Cgil Ferrari, Fiom Cgil Modena e Nidil Cgil Modena – Reintegri i lavoratori lasciati a casa”.