Il primo «j’accuse» di DIG 2024, con cui si apre ufficialmente il festival, sarà quello del pm antimafia Nino Di Matteo, domani sera alle 21 nella Chiesa di San Carlo a Modena: contro la rimozione della Trattativa Stato-mafia, contro una giustizia che non è uguale per tutti, contro le mordacchie che le riforme del governo vogliono stringere al giornalismo d’inchiesta e alla magistratura. Il magistrato che più di ogni altro ha proseguito la battaglia di Falcone e Borsellino, dialogherà con Saverio Lodato, il cronista che più di ogni altro ha scritto la storia di Cosa Nostra, e Alberto Nerazzini, giornalista investigativo e Presidente di DIG.
Sostituto procuratore della Repubblica a Caltanissetta e poi a Palermo, Nino Di Matteo è ora sostituto procuratore alla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo. Ha indagato sulle stragi dei magistrati Chinnici, Falcone, Borsellino e delle loro scorte, e sull’omicidio del giudice Saetta. Pm in processi a carico dell’ala militare di Cosa Nostra, si è occupato anche dei processi a Cuffaro, al deputato regionale Mercadante, al funzionario dei servizi segreti D’Antone, e alle “talpe” alla procura di Palermo. Diverse amministrazioni comunali (tra queste Roma, Milano, Torino, Bologna, Genova) gli hanno conferito la cittadinanza onoraria per il suo impegno nella ricerca della verità.
Grande spazio all’arte in questa decima edizione di DIG Festival: sempre domani, ma alle 18.30, presso la sede dell’Associazione DIG, a Modena in via Santa Chiara 14, inaugura “Nel mirino della memoria. Ritratti dei giornalisti uccisi in Palestina” di Gianluca Costantini, artista e attivista politico noto internazionalmente per il suo impegno nel dare un volto e una presenza iconica alle vittime di soprusi.
Dall’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 e alla consecutiva spietata vendetta di Israele, Gianluca Costantini ha iniziato a ritrarre i giornalisti uccisi nella Striscia di Gaza. Collaborando attivamente con il CPJ – Committee to Protect Journalist di New York ha costruito giorno per giorno un memoriale visivo. Il suo progetto è un’offerta votiva, un gesto di cura per il ricordo di chi non c’è più, e che aveva scelto come proprio compito in questa terra proprio quello di fare memoria.
I ritratti sono già stati utilizzati in azioni di protesta ad Atlanta, New York, Berlino, Seattle, Napoli. Almeno 97 sono al 3 maggio 2024 i giornalisti in senso lato uccisi nel conflitto scoppiato ad ottobre 2023 certificati dal CPJ – Committee to Protect Journalist: dei 115 giornalisti uccisi, 110 erano palestinesi, 2 israeliani e 3 libanesi. 33 giornalisti sono stati feriti 2 giornalisti sono al momento scomparsi; 52 giornalisti sono stati arrestati. Sono inoltre riportati assalti, minacce, attacchi sulla rete, censura e l’uccisione di membri delle famiglie degli stessi come messaggio intimidatorio. Come è potuto accadere? E come si può pensare di avere perlomeno l’opportunità di sapere ex post che cosa è accaduto in questi mesi di sangue, se i giornalisti vengono fisicamente eliminati, senza che questo sia sentito come un elemento che mina alla radice la possibilità della verità?