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Modena: No Tobacco Day, Giornata mondiale senza tabacco

Modena: No Tobacco Day, Giornata mondiale senza tabacco
Massimo Bigarelli e Giuliano Carrozzi

Rimane stabile in provincia di Modena il numero dei fumatori ma, rispetto all’epoca pre-Covid, aumentano le persone che si rivolgono ai Centri dell’Azienda USL di Modena per smettere di fumare coordinati dal dottor Massimo Bigarelli, responsabile del programma aziendale antifumo.

Questo il quadro generale che emerge dall’analisi dell’attività dell’Ausl e dall’ultima indagine PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) sul consumo di tabacco nel 2022-2023. In occasione del No Tobacco Day, la Giornata mondiale senza tabacco che ricorre il 31 maggio, l’Azienda USL di Modena sottolinea l’importanza della prevenzione che viene messa in campo dai suoi professionisti attraverso azioni di sensibilizzazione nelle scuole di tutta la provincia e iniziative di promozione della salute rivolte a tutte le fasce di età, dai bambini agi anziani.

 

I DATI

In provincia di Modena il 25% dei 18-69enni fuma sigarette, pari a circa 116mila persone, una percentuale in linea con il biennio precedente e con la tendenza regionale (24%) e nazionale. Come già evidenziato lo scorso anno, negli ultimi dieci anni è cresciuto in maniera esponenziale, tanto a livello locale quanto a livello nazionale, il consumo di dispositivi contenenti tabacco o nicotina (sigarette a tabacco riscaldato o sigarette tradizionali). In provincia di Modena, sempre secondo l’indagine PASSI, i consumatori di dispositivi tra i 18-69enni sono passati dallo 0,9% del 2014 all’11,2% del 2023. Nel dettaglio, rispetto al totale fumatori nel biennio 2022-2023, il 19% fuma solo sigarette tradizionali e il 6% fuma sigarette tradizionali assieme ad altri dispositivi. A questi si aggiunge un 6% di persone che fumano esclusivamente sigarette a tabacco riscaldato o sigarette elettroniche.

L’uso di sigarette tradizionali assieme a sigarette a tabacco riscaldato o sigarette elettroniche  è nettamente maggiore tra i 18-34enni mentre i fumatori da 35 a 70 anni si orientano maggiormente su sigarette tradizionali.

Da sottolineare, con una certa preoccupazione, i dati che riguardano il consumo di sigarette elettroniche o a tabacco riscaldato tra gli adolescenti evidenziati dall’indagine di sorveglianza GYTS (Global Youth Tobacco Survey) effettuata in Italia nell’anno scolastico 2021-2022. Nel 2022 in Emilia-Romagna il 16% degli adolescenti di 13-15 anni ha dichiarato di aver fumato sigarette tradizionali negli ultimi 30 giorni (11% dei ragazzi e 20% delle ragazze), il 15% sigarette a tabacco riscaldato (rispettivamente 11% maschi e 19% femmine ) e il 18% sigarette elettroniche (rispettivamente 15% maschi  e 22% femmine). Come si vede, sia nel consumo di sigarette tradizionali sia di dispositivi elettronici o a tabacco riscaldato, per la prima volta le femmine fumano più dei maschi.

Tornando all’indagine PASSI sulla provincia di Modena, l’altro dato da sottolineare riguarda la percentuale di fumatori tra i malati cronici: tra le persone nell’età 18-69 anni affette da almeno una patologia cronica i fumatori sono oltre 21mila (pari al 22% dei malati).

Infine, analizzando complessivamente l’evoluzione dell’abitudine al fumo dei modenesi i dati ci mostrano che dal 2008 ad oggi la prevalenza dei fumatori è complessivamente in calo ma nell’ultimo periodo – 2020/2023 – il calo sembra essersi arrestato.

“A livello regionale l’abitudine al fumo è aumentata nel corso del 2020 interrompendo così la tendenza alla riduzione in atto da molti anni – sottolinea Giuliano Carrozzi, Direttore del Servizio epidemiologia e riduzione del rischio – dopo la pandemia la percentuale di fumatori ha ripreso a scendere anche se il consumo continua ad essere più alto tra le persone con bassa istruzione e quelle con difficoltà economiche, un effetto negativo della pandemia da Covid-19”.

Se da un lato, secondo l’indagine PASSI, la percentuale complessiva dei fumatori è stabile, sono invece in aumento le persone che si rivolgono ai Centri dell’Azienda USL di Modena per smettere di fumare. Rispetto alla media di circa 200 persone che ogni anno si rivolgono ai Centri diffusi in tutto il territorio della provincia (Mirandola, Carpo, Modena, Castelfranco Emilia e Vignola), nel 2023 i partecipanti ai programmi sanitari di disintossicazione sono stati circa 300. I programmi consistono principalmente in corsi intensivi per smettere di fumare, condotti da medici, infermieri ed educatori professionali, assistenti sanitari, psicologi. I corsi si compongono di 12 incontri di 2 ore ciascuno per una durata complessiva di due mesi in cui si imparano regole per smettere di fumare. A distanza di un certo lasso di tempo gli specialisti di Ausl effettuano un follow-up per verificare se la persona ha smesso di fumare o se si sono verificate ricadute e quindi occorre intervenire ancora.

Nella pagina dedicata del sito Ausl Modena tutte le informazioni sui servizi attivi nel modenese e i centri anti-fumo www.ausl.mo.it/centriantifumo

“Dopo la pandemia di Covid-19 i corsi sono ripresi a pieno regime e stiamo riscontrando un aumento delle richieste a partecipare, abbiamo le liste d’attesa – spiega il dottor Massimo Bigarelli, responsabile del programma antifumo dell’Azienda USL di Modena – tra le richieste stiamo notiamo un aumento di persone con età più giovane, anche 25enni, mentre la prevalenza resta la fascia di età 30-50 anni. Notiamo inoltre che diverse persone consumano sia sigarette tradizionali sia sigarette elettroniche, pensando che possano aiutare a smettere di fumare”

 

L’ATTIVITÀ NELLE SCUOLE

Ampia e articolata è l’attività di prevenzione che l’Azienda USL di Modena rivolge ai giovani organizzando incontri e attività nelle scuole di tutta la provincia per informare sui rischi associati al tabagismo.

Da alcuni anni il SerDP (Servizio Dipendenze Patologiche) promuove nelle scuole il progetto “Scelgo io” rivolto ai ragazzi delle prime classi degli istituti superiori e dei centri di formazione professionale: il progetto consiste in laboratori interattivi attraverso cui gli studenti peer educators, formati dagli esperti, possono discutere insieme ai loro compagni sulle pressioni sociali e sulle vulnerabilità che influenzano scelte tra cui anche quella di fumare e sulle strategie per resistere all’influenza e al condizionamento verso comportamenti a rischio.

Nel corso delle attività ai ragazzi viene inoltre proposto un questionario per conoscere le loro abitudini e conoscenze legate al tema del fumo (e non solo) e raccogliere opinioni e punti di vista poi discussi in sessioni plenarie interattive con gli esperti insieme con il supporto dei peer educators.

E’ emerso che la maggior parte dei ragazzi ha conoscenze adeguate e una percezione delle conseguenze negative del fumo sulla salute ma è presente anche chi ha opinioni non corrette e potrebbe mostrare una maggiore vulnerabilità di fronte a coetanei che fumano in momenti di socialità.