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Il 18 aprile focus promosso dalla Cgil di Modena sulle professioni socio sanitarie nei servizi per anziani e disabili

Il 18 aprile focus promosso dalla Cgil di Modena sulle professioni socio sanitarie nei servizi per anziani e disabiliSalute, sicurezza, mercato e politiche attive del lavoro, parità di genere, formazione nelle professioni socio sanitarie nei servizi per anziani e disabili, saranno al centro dell’incontro di giovedì 18 aprile promosso dalla Cgil di Modena insieme al sindacato di categoria Fp Cgil. L’incontro è al mattino, dalle ore 9.30 alle ore 13 presso la Camera del Lavoro di Modena (piazza Cittadella, 36).

Il dibattito si vuole anzitutto focalizzare sul dilemma tra tutela della propria salute e diritto al lavoro a cui ormai troppo spesso si trovano di fronte gli operatori socio sanitari e sanitari, in stragrande maggioranza donne (oltre l’80%) dipendenti di cooperative sociali.

Apre l’incontro Federica Di Napoli responsabile FP Cgil Modena del comparto privato sociale, a seguire una tavola rotonda alla quale parteciperanno Daniele Dieci segretario Cgil Modena, Fabio De Santis segreteria FP Cgil Emilia Romagna, Gianpietro Cavazza vice sindaco Comune di Modena, Catia Toffanello di Legacoop Estense, Nicola Marino di Confcooperative Terre d’Emilia, Emanuele Monaci di Associazione generale cooperative italiane (Agci) Emilia Romagna, Maddalena Minerva del servizio Prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro Ausl Modena. Modera Gianpaolo Annese giornalista de Il Resto del Carlino.

Sono migliaia le lavoratrici e i lavoratori in provincia di Modena che si prendono cura ogni giorno delle persone fragili garantendo con il loro prezioso lavoro nella filiera dei servizi pubblici per anziani e disabili.

Ma proprio in questo settore che tutela il diritto alla cura dei cittadini sta emergendo una criticità sempre maggiore per le operatrici: donne anche relativamente giovani che però, dato il lavoro usurante che svolgono, si ritrovano con forti limitazioni di idoneità alla mansione o addirittura giudicate inidonee, o con riconoscimenti di malattie professionali.

Queste lavoratrici hanno sempre più difficoltà di ricollocamento all’interno delle aziende stesse che gestiscono i servizi socio sanitari e in casi estremi subiscono anche il licenziamento.

Tali criticità hanno quindi ricadute su tutto il sistema, a partire dalle lavoratrici coinvolte, le difficoltà dei gestori dei servizi e degli stessi servizi sociali pubblici, a cui spesso sono poi costrette a rivolgersi queste cittadine che vedono pesantemente ridotti i loro redditi e la loro capacità di sussistenza e di vita dignitosa.

L’obiettivo dell’iniziativa è quindi avviare un confronto con i vari soggetti del sistema – rappresentanti dei lavoratori, gestori dei servizi, rappresentanti delle Istituzioni – per costruire un percorso che possa dare una risposta ad un tema che già oggi è un’emergenza e lo sarà sempre di più.