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Logistica e infrastrutture per l’Emilia-Romagna: fattori chiave per la competitività

Logistica e infrastrutture per l’Emilia-Romagna: fattori chiave per la competitivitàL’Emilia-Romagna con un indice di sintesi di performance territoriale per le infrastrutture di trasporto e logistiche pari a 121,6, ha un valore superiore di oltre 20 punti rispetto alla media nazionale. E’ la prima regione in Italia per il trasporto ferroviario ed è terza per gli ambiti aeroportuali e nella logistica. E’ al secondo posto nella propensione dei territori verso la diffusione e l’utilizzo delle tecnologie digitali e terza nella speciale classifica Green&Smart per gli aspetti di sostenibilità ambientale e digitalizzazione.

Una regione che chiede la realizzazione della Zona Logistica Semplificata dell’Emilia-Romagna.

Che ha chiari i lavori in corso più urgenti: il potenziamento del nodo di Bologna, la realizzazione della bretella autostradale di Campogalliano-Sassuolo, la messa in sicurezza della E45, la 4° corsia della A14 fra Bologna e la diramazione per Ravenna, la Cispadana, il potenziamento delle connessioni con il porto di Ravenna, l’Alta Velocità asse Adriatico (Bologna-Lecce-Taranto).

E’ quanto emerge dalla nuova edizione del “Libro Bianco sulle priorità infrastrutturali dell’Emilia-Romagna” realizzata da Unioncamere Emilia-Romagna e Regione Emilia-Romagna, con il supporto tecnico-scientifico di Uniontrasporti. Obiettivo: creare uno strumento di lavoro condiviso ed in continuo aggiornamento alla luce del confronto fra istituzioni,  operatori e rappresentanze economiche.

Un elemento di novità di questa edizione del Libro Bianco sono gli indicatori di performance territoriali (KPI), declinati rispetto alle infrastrutture di trasporto e logistica, a quelle digitali ed energetiche, che misurano il distanziamento di ciascun territorio provinciale rispetto alla media nazionale.

Considerando i KPI relativi alle infrastrutture di trasporto e logistiche, a livello territoriale, Bologna è la provincia che ha il posizionamento migliore eccellendo in quattro delle cinque categorie: con valori dei KPI superiori del 50% rispetto alla media nazionale per le categorie ferroviaria (+50%), aeroportuale (+101%) e logistica (+287%) e di circa il 25% per il KPI stradale. Tra le altre province si distingue Parma con punteggi sopra la media in quattro categorie: stradale, ferroviaria, aeroportuale e logistica nella quale presenta un KPI superiore del 240% alla media nazionale. Tutte le restanti province presentano comunque valori dei KPI superiori alla media Italia in tre delle cinque categorie con punte del +21% di Rimini nella categoria stradale, del +39% di Reggio nell’Emilia nella categoria ferroviaria, del 81% ancora di Rimini nell’aeroportuale e del 95% di Piacenza nella logistica. Ravenna è l’unica provincia della regione con un KPI superiore alla media nazionale (+82%) nella categoria portuale.

Relativamente al KPI digitale, la regione è al secondo posto a livello nazionale con tutte le nove province con un posizionamento sopra la media italiana.

Nella classifica “Green&Smart” che valuta la performance di ciascun territorio in ottica di sviluppo sostenibile, di transizione ecologica e di digitale, l’Emilia-Romagna si colloca al 3° posto tra le regioni con Bologna al 2° posto tra le province italiane.

L’aspetto più rivelante nell’aggiornamento del Libro Bianco è l’individuazione degli interventi prioritari più urgenti che rispondono ai fabbisogni logistici ed infrastrutturali del sistema imprenditoriale, ovvero un elenco di opere indifferibili per il sistema economico regionale composto grazie agli esiti dell’indagine nazionale ed al costante e fondamentale confronto con il territorio.

La metodologia adottata da Unioncamere Emilia-Romagna è stata quella di integrare l’indagine nazionale sui fabbisogni logistici e infrastrutturali del mondo economico, realizzata nel 2023 e che ha coinvolto 917 imprese emiliano-romagnole con la realizzazione di tavoli di confronto a livello territoriale, con il supporto delle Camere di commercio della regione.

Durante i 5 tavoli di confronto sono stati individuati gli interventi classificati come “più urgenti”, emersi dalla partecipazione attiva e dall’ascolto delle necessità territoriali. Dal confronto tra il campione completo dell’indagine nazionale, il campione rappresentato dalle imprese con più di 50 addetti ed i risultati dei tavoli di confronto, sono stati selezionati 6 interventi prioritari “più urgenti“, tra quelli che comparivano nella lista di almeno due delle modalità di interrogazione utilizzate:

  • la realizzazione dell’Alta Velocità asse Adriatico (Bologna-Lecce-Taranto),
  • la realizzazione 4° corsia A14 (Bologna-diramazione per Ravenna)
  • il Potenziamento del nodo di Bologna
  • la realizzazione bretella autostradale Campogalliano-Sassuolo;
  • la realizzazione dell’autostrada regionale Cispadana
  • l’ammodernamento e messa in sicurezza SS16 (Ferrara-Ravenna).

Si tratta quindi di un “unico macro obiettivo più urgente”: la fluidificazione del traffico stradale in direzione Nord-Sud ed Est-Ovest. Per avere collegamenti rapidi e con tempi ragionevolmente certi, per favorire l’import/export e per mitigare gli effetti sul territorio emiliano-romagnolo dell’attraversamento di merci e persone legate al posizionamento di snodo della regione.

Grazie ai tavoli, sono state inoltre raccolte indicazioni su nuovi interventi e nuove tematiche complementari che saranno organizzate nel lavoro dei prossimi mesi.

Sono però emerse due tematiche di particolare rilevanza per il territorio: l’istituzione della Zona Logistica Semplificata dell’Emilia-Romagna e la criticità rappresentata dal tratto della A1 tra Piacenza e Modena che è oggetto del focus di approfondimento di questa annualità del Progetto Infrastrutture del sistema camerale dell’Emilia-Romagna ovvero la  “Resilienza della tratta Piacenza-Modena della A1”. In particolare i risultati della prima parte dello studio evidenziano che la chiusura totale di sezioni autostradali sull’autostrada A1 non siano sostenibili. La rete stradale risulta non resiliente, cioè non in grado di assorbire i flussi in uscita dall’autostrada alla ricerca di percorsi alternativi. Per quanto tutte le interruzioni determino livelli di congestione non sostenibili sulla viabilità ordinaria si nota che l’interruzione della tratta Parma – Terre di Canossa Campegine risulta quella più critica rispetto al sistema di misura della criticità adottato per lo studio. Date le caratteristiche dei flussi stradali di lunga percorrenza risulta evidente che gli effetti, i disagi, determinati dalle interruzioni interesserebbero porzioni di territorio più estese rispetto all’area di studio analizzata. Nei prossimi passi dell’analisi verranno analizzati gli effetti di chiusure parziali della circolazione.

Accanto a queste tematiche, la tragica esperienza dell’alluvione ha messo in evidenza la necessità della messa in sicurezza delle infrastrutture da eventi scatenati dal cambiamento climatico in atto.

Viene evidenziata anche la necessità di un coordinamento nella programmazione delle opere di manutenzione che possono avere sulla circolazione stradale e autostradale, ed in particolare su ponti e viadotti.

“Abbiamo bisogno di realizzare infrastrutture vitali per l’Emilia-Romagna- ha affermato l’assessore regionale a Mobilità, Trasporti, Commercio, Andrea Corsini-. Dobbiamo alleggerire e fluidificare il traffico per migliorare la rapidità e i tempi di percorrenza delle persone e delle merci nei due assi, nord-sud ed est-ovest, che attraversano la nostra regione al servizio del Paese e come ponte verso l’estero. I progetti e i cantieri che abbiamo pianificato in questi anni vanno in questa direzione, come ci conferma il sistema imprenditoriale ogni giorno, anche per favorire l’import e l’export. Opere che, una volta terminate, porteranno benefici a tutti i cittadini emiliano-romagnoli, migliorando gli spostamenti quotidiani e la qualità dell’aria. Per questo stiamo pressando il Governo, perché finalmente approvi la Zona logistica semplificata e faccia partire lavori definiti di rilevanza nazionale, come il Passante di Bologna, la Cispadana e la bretella Campogalliano Sassuolo. Noi come sempre faremo la nostra parte al fianco delle imprese e dei lavoratori per permettere all’Emilia-Romagna di crescere, garantendo benessere alle comunità”.   

“Il Libro Bianco delle infrastrutture è frutto di un lavoro di partecipazione e condivisione nel quale le Camere di commercio della regione hanno coinvolto tutte le forze produttive della regione – evidenzia Valerio Veronesi, presidente di Unioncamere Emilia-Romagna –  Le indicazioni che ne sono emerse sono ben chiare. Una coinvolge tutti: l’istituzione rapida della Zona Logistica Semplificata dell’Emilia-Romagna determinerebbe condizioni di competitività ed attrattività decisive in un momento di grande cambiamento nelle direttrici di scambio internazionali. Siamo una regione intermodale, in cui il potenziamento delle connessione con il porto di Ravenna è collegato con la quarta corsia della A14, con l’allargamento della A1 tra Modena e Piacenza, con la Cispadana, con il potenziamento dei collegamenti ferroviari fra i poli logistici, con la realizzazione dell’Alta Velocità dell’asse Adriatico e così via. Investire nelle infrastrutture dell’Emilia-Romagna è investire nella competitività e nella sostenibilità ambientale dell’Italia“.

“Utilizzare al meglio e nei tempi previsti le risorse del PNRR; ridurre il gap infrastrutturale con i competitor europei; accorciare i tempi di realizzazione delle opere; sfruttare le opportunità delle Zes e delle Zls; aumentare la resilienza del sistema dei valichi alpini. Queste sono le principali sfide sul fronte infrastrutturale del nostro Paese”, sottolinea il presidente di Unioncamere, Andrea Prete. “L’opportunità offerta dal PNRR e dalle risorse stanziate appare unica, ma l’Italia deve saperla cogliere”.

“La nuova edizione del Libro Bianco sulle priorità infrastrutturali dell’Emilia-Romagna rappresenta un passo avanti decisivo nell’impegno per un dialogo costruttivo e continuo con il territorio, consolidando il percorso di ascolto e confronto già avviato negli anni precedenti,” ha dichiarato Antonello Fontanili, Direttore di Uniontrasporti. “Il Libro Bianco è pensato come uno strumento dinamico e in costante evoluzione, progettato per integrare e riflettere direttamente i contributi del settore economico alle strategie di sviluppo infrastrutturale a livello territoriale. Attraverso un’attenta analisi e sintesi delle indicazioni raccolte, siamo riusciti a identificare e dare priorità agli interventi più urgenti per l’Emilia-Romagna, aggiornando quanto già individuato nella precedente edizione e acquisendo ulteriori indicazioni dal sistema imprenditoriale della regione”.

La presentazione del “Libro Bianco sulle opere indifferibili dell’Emilia-Romagna” è stata introdotta dal Presidente di Unioncamere Emilia-Romagna, Valerio Veronesi, il Presidente di Unioncamere, Andrea Prete. Sono seguiti gli interventi di Antonello Fontanili, Direttore di Uniontrasporti e di Luca Zanetta, – Responsabile Area Ultrabroadband e 5G Uniontrasporti, che hanno presentato «Il Programma Infrastrutture; obiettivi e risultati» e «Il Libro Bianco: le opere indifferibili per il sistema economico dell’Emilia-Romagna». Nella seconda parte dell’incontro i panel coordinati da Morena Pivetti: «Resilienza della tratta Piacenza-Modena della A1» con gli interventi di Luigi Costalli, Direttore Tecnico Aleph, Federica Ropa, Responsabile Viabilità, Logistica, Vie d’acqua e Aeroporti, Regione Emilia-Romagna e Marilisa Conte, Direttore Engineering & Technical Coordinator Autostrade per l’Italia. Il secondo panel «La ZLS dell’Emilia-Romagna: a che punto siamo?», è stato caratterizzato dagli interventi di Giorgio Guberti,  Presidente Camera di commercio Ferrara Ravenna e Paolo Ferrecchi, Direttore Generale Cura del Territorio e dell’Ambiente, Regione Emilia-Romagna.

Conclusioni finali di Andrea Corsini, Assessore alla Mobilità e Trasporti, Infrastrutture, Turismo, Commercio – Regione Emilia-Romagna.

L’iniziativa rientra nel secondo “Roadshow camerale” nazionale sui temi infrastrutturali che coinvolge i 19 territori regionali aderenti al Programma Infrastrutture promosso da Unioncamere attraverso il Fondo di Perequazione 2021-2022 e prosegue il percorso avviato nel 2021.