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Una targa per Graziella Fava

Una targa per Graziella FavaEra il 13 marzo del 1979 quando tre terroristi assaltarono, nel cuore di Bologna, la sede del sindacato dei giornalisti. Rimasero coinvolte quattro persone e una, Graziella Fava, morì a 49 anni.
Un attentato compiuto per colpire la libertà di stampa e la democrazia che resta a tutt’oggi impunito e fu rivendicato dalla sigla vicina al terrorismo di sinistra, “Gatti selvaggi”.

Oggi in via San Giorgio, durante l’appuntamento annuale per ricordare Graziella Fava, è stata scoperta una lapide posta in sua memoria, grazie al contributo del Comune di Bologna e con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna.

“Un dolore che non si attenua con il passare degli anni – ha commentato il sottosegretario alla Presidenza della Giunta regionale, Davide Baruffi – e di cui tutti dobbiamo conservare memoria. Azioni e crimini violenti che hanno visto tante vittime innocenti, come Graziella Fava, diventare bersagli incolpevoli di una strategia della tensione messa in atto, in quegli anni, per destabilizzare le istituzioni e intimidire le voci della stampa libera. Sono passati 45 anni ma qui oggi, insieme al figlio e alla nipote di Graziella, vogliamo ribadire che niente e nessuno potrà mai mettere in discussione la democrazia e la libertà di espressione che costituiscono i valori fondanti della nostra Costituzione Repubblicana”.

I giornalisti, che erano il bersaglio di quell’attacco, non hanno mai dimenticato. L’auspicio espresso durante la commemorazione dello scorso anno da Associazione Stampa e Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna, dal figlio di Graziella e dai rappresentanti di Comune di Bologna e Regione Emilia-Romagna, di poter collocare una lapide in suo ricordo proprio nel luogo in cui l’atto criminoso era stato compiuto, si è realizzato.

Alla commemorazione, oltre al sottosegretario Baruffi erano presenti il figlio e la nipote di Graziella Fava, Emilio e Graziella Baravelli, il presidente dell’Aser, Paolo Maria Amadasi, il presidente regionale dell’Ordine dei Giornalisti, Silvestro Ramunno, e l’assessore a Comunicazione e innovazione digitale del Comune di Bologna, Massimo Bugani.