Casa Maria Luigia, la dimora storica di proprietà della Società Francescana srl, in stradello Bonaghino nella campagna vicino a San Damaso, diventerà un albergo diffuso attraverso la rigenerazione e valorizzazione di una serie di fabbricati esistenti nel complesso che saranno destinati ad attività di ricezione turistico-alberghiera.
Il Consiglio comunale, nella seduta di giovedì 7 marzo, ha approvato infatti la delibera sullo lo schema di convenzione della durata di cinque anni da stipulare con la proprietà, illustrata dall’assessora Anna Maria Vandelli, con il voto a favore di Pd, Sinistra per Modena, Modena civica, Movimento 5 stelle, Alternativa popolare, Lega Modena, Fratelli d’Italia e l’astensione di Europa Verde-Verdi.
“Con questo progetto – ha affermato l’assessora – diamo avvio a un nuovo modello di attività economica in territorio agricolo che crediamo essere di massimo interesse per la città e il territorio, ampliando il brand dell’agroalimentare ed estendendo a ulteriori luoghi rispetto a quelli urbani tradizionali la possibilità di svolgere attività turistiche ricettive. Il progetto di albergo diffuso presentato, infatti, valorizza e utilizza tutti gli edifici presenti in forte connessione con il territorio, cioè senza snaturarne il contesto e anzi valorizzando il territorio rurale e le sue eccellenze grazie alla costruzione di una sorta di circolarità tra la produzione dei prodotti dell’orto, del miele e dell’aceto e il loro impiego nella ristorazione. L’intervento – ha proseguito – presenta un interesse pubblico, in ragione dell’ampliamento dell’offerta di ristorazione ed alberghiera di elevatissima qualità, della promozione delle condizioni di attrattività del sistema locale, della valorizzazione delle eccellenze gastronomiche e tecnologiche del territorio, oltre che della rigenerazione dei fabbricati esistenti con una altissima qualità architettonica e paesaggistica”.
In particolare, gli interventi, in applicazione del Pug, mirano al recupero e alla valorizzazione del complesso immobiliare “Casa Maria Luigia”, di notevole interesse storico, composta da diverse costruzioni, tra le quali la Villa Padronale di impianto ottocentesco già dedicata ad attività di affittacamere, l’Acetaia, l’ex Stalla (ora abitazione) con caratteristiche costruttive tipologiche della campagna emiliana e altri fabbricati sorti in epoca più recenti che completano l’antica proprietà. È previsto quindi principalmente il restauro, risanamento conservativo e la ristrutturazione conservativa dei fabbricati esistenti, oltre a un modesto ampliamento, pari a un massimo del 10 per cento delle superfici già edificate, come previsto dalla normativa, con spazi coperti da destinare ad attività complementari, quali spazi espositivi o servizi.
Vandelli ha quindi spiegato che l’intervento verrà realizzato in quattro stralci funzionali, ognuno dei quali interesserà differenti edifici e sarà accompagnato da differenti titoli abilitativi. In particolare, i primi tre stralci prevedono cambi di destinazione d’uso: il primo riguarda la ristrutturazione di tipo conservativo di due edifici da destinare in parte a ristorante e in parte a spazi eventi/esposizioni come attività complementari alla ristorazione; il secondo prevede il restauro e risanamento conservativo di un edificio dependance destinato ad albergo, oltre a un secondo edificio destinato a scuola di cucina e a una piscina; il terzo stralcio prevede la conversione ad uso alberghiero dell’edificio residenziale (villa e relativa attività di ricezione – B&B), la manutenzione degli edifici destinati a magazzino e acetaia, oltre alla realizzazione di edifici di servizio minori, quali corpi per impianti tecnologici, servizi esterni, capanni per ricovero attrezzature di manutenzione del parco; il quarto, infine, riguarda la realizzazione di un nuovo spazio espositivo multifunzionale, finalizzato a far conoscere a tutti i visitatori e ospiti le eccellenze del territorio modenese, oltre che a promuovere le condizioni di attrattività del sistema locale.
L’assessora ha inoltre spiegato che è prevista la realizzazione di percorsi interni in sola ghiaia o prato al fine di eliminare ogni spreco di suolo; la desigillazione di porzioni di aree destinate a parcheggio; la realizzazione di un rilevato in terreno a schermatura dei parcheggi e la copertura dello spazio espositivo con un tetto a verde pensile per dare continuità al terreno circostante con il paesaggio del giardino e con il paesaggio agrario. E, ancora, la piantumazione di essenze resistenti alla siccità in prossimità dello spazio espositivo, oltre alla realizzazione di uno spazio per l’allestimento di eventi all’aperto, la messa a dimora di siepi a delimitare i confini della proprietà, la formazione di una strada campestre in terra battuta, tra la zona a seminativo e il nuovo spazio esposizioni, così da riprendere il sistema storico della viabilità delle aziende agricole modenesi e garantire l’accesso e le lavorazioni nel campo a seminativo.
Complessivamente, la proprietà realizzerà opere di urbanizzazione e di miglioramento degli standard ecologico-ambientali interni stimate in 50 mila euro e, visto il contesto, l’Amministrazione ha richiesto la monetizzazione dei parcheggi pubblici previsti.
Aprendo il dibattito Paola Aime (Europa Verde-Verdi) ha dichiarato il voto di astensione per “non aver avuto il tempo di informarmi a sufficienza e di farmi un’opinione su un progetto che sicuramente è molto bello anche se si rivolge solo a un target molto alto. Ma voterei solo fidandomi del nome e preferisco non farlo”.
Stefano Prampolini (Lega Modena) ha annunciato il voto positivo del gruppo ed espresso “un ringraziamento agli imprenditori che ancora investono sul territorio modenese”.
Per Enrica Manenti (Movimento 5 stelle) quello che conta ai fini dell’approvazione è che “il livello di qualità dell’intervento sia alto”. La consigliera ha chiesto, quindi, un controllo continuo da parte degli uffici “sul mantenimento dei requisiti e di caratteristiche di sostenibilità adeguate”.
Per il Pd, Diego Lenzini ha osservato che si tratta di un intervento turistico e ricettivo “nuovo e innovativo rispetto al passato. Un’offerta che mancava a Modena e che aumenta l’attrattività e la visibilità della città, oltre a essere positivo dal punto di vista della rigenerazione”.
A chiusura del dibattito, il sindaco Gian Carlo Muzzarelli ha ribadito che il progetto “è in linea con i criteri di sostenibilità, qualità della rigenerazione e bellezza già adottati negli anni, ai quali si aggiungono anche la valorizzazione dei prodotti della nostra terra e il riutilizzo del patrimonio agricolo. Siamo davanti a un’impresa del territorio importante anche per l’immagine e l’attrattività di Modena”.