“Sulla gestione dell’accoglienza dei migranti continua la totale irresponsabilità e improvvisazione da parte del Governo”, afferma il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli dopo la notizia di nuovi arrivi in città. È, infatti, delle ultime ore la notizia di 47 persone giunte direttamente dall’hub sovraffollato di Lampedusa che si aggiungono alle revoche dai Cas: 40 persone che per vari motivi, nelle ultime ore, sono state fatte uscire dal sistema dell’accoglienza straordinaria che ora potrebbe essere revocato anche per diverse famiglie; ugualmente sono esauriti anche i posti Sai, il Sistema accoglienza integrazione gestito dagli Enti locali.
“È ormai evidente a tutti la completa assenza di una politica nazionale in grado di gestire i flussi degli arrivi che, in barba ai proclami preelettorali, sono anzi aumentati rispetto allo scorso anno, così come sono diminuiti i rimpatri”, ribadisce il sindaco. “Di contro le corrette relazioni istituzionali col Ministero dell’Interno, purtroppo, sono saltate. Si continua a non informare i sindaci di ciò che accade e di ciò che si sta facendo, agendo in modo completamente scoordinato, con la conseguenza di scaricare insicurezza e sbandamento sociale sui nostri territori e sulle comunità urbane. Siamo venuti a sapere solo questa mattina – continua Muzzarelli – dell’arrivo di persone scaricate in pullman in Questura, direttamente da Lampedusa, senza alcuna informazione o condivisione preventiva da parte del Governo ai Municipi. Inoltre, l’uscita dai Cas e la saturazione dei posti Sai ci consegna un quadro drammatico, con altre persone che si ritrovano in mezzo alla strada e sono, di fatto, irregolari. Il Sai, come abbiamo già detto e scritto al ministro Piantedosi e al commissario Valenti, è una rete da ampliare e potenziare, non da smantellare nel silenzio come sta accadendo negli ultimi mesi. Alle Prefetture e gli Enti locali mancano completamente gli strumenti per gestire la seconda accoglienza, in modo da poter garantire dignità e legalità alle persone giunte in Italia e alle comunità che devono ospitarle”.