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Modena, il Sindaco: “Sanità pubblica da difendere e potenziare”

Modena, il Sindaco: “Sanità pubblica da difendere e potenziare”La sanità pubblica deve essere difesa, potenziata e innovata, “deve essere in cima alle priorità della politica nazionale e regionale”. Il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli lo ha affermato in Consiglio comunale rispondendo a un’interrogazione di Sinistra per Modena, illustrata da Federico Trianni, sulle carenze di organico, sui conti e sulla tenuta dei servizi del distretto socio-sanitario e ricordando che il sistema sanitario nazionale compie 45 anni: “Sarebbe inaccettabile ora un subdolo ritorno alle mutue”.

Sui conti Muzzarelli ha fatto riferimento alla recente approvazione dei bilanci consuntivi delle due Aziende sanitarie con un disavanzo di 9,9 milioni per Asl (rispetto alle previsioni di 77 milioni) e di 4,8 milioni per Aou, il Policlinico (rispetto ai 42,4 previsti) e all’impegno della Regione per la copertura dei costi di gestione, mentre rispetto al personale ha presentato i confronti, mediamente in aumento del 15 per cento, tra la dotazione di fine 2019 e quella attuale.

Ma il sindaco ha anche ricordato l’ordine del giorno approvato all’unanimità dal Conferenza territoriale socio-sanitaria mercoledì 7 giugno e gli impegni assunti in quella sede dall’assessore regionale Raffaele Donini. E riprendendo la

dichiarazione già rilasciata come presidente della Ctss ha ribadito che “ora bisogna rafforzare i servizi per recuperare le liste d’attesa dentro uno sforzo più ampio: rafforzare la relazione con i cittadini e capire cosa significhi il contenimento dei costi necessario in ragione della riduzione dei finanziamenti nazionali alla sanità”. E ha espresso una forte preoccupazione “per la tenuta del bilancio 2023 e quello degli anni seguenti nonché per la capacità del sistema di fornire risposte adeguate ai bisogni di cura della popolazione provinciale. Dobbiamo ribadire con fermezza che il sistema sanitario deve essere pubblico, a garanzia dei principi di equità e universalità, scongiurando il rischio di un ritorno a modelli di assistenza mutualistici fortemente discriminatori”.

Entrando nel dettaglio delle questioni di personale, il sindaco ha spiegato come la somma di medici veterinari, dirigenti sanitari, personale infermieristico (ostetrico, prevenzione, riabilitazione, tecnici e oss) aumenta rispetto a fine 2019 da 943 a 1.088, con un calo solo tra gli autisti (sei unità). Nei Dipartimenti di produzione e sull’Emergenza territoriale l’incremento è del 17 per cento e l’Azienda sanitaria ha comunicato che gli investimenti “hanno permesso di incrementare e in prospettiva di mantenere funzionale la rete di offerta di servizi, soprattutto l’assistenza sul territorio”.

Muzzarelli ha fatto riferimento in particolare alle Case della comunità e alla Centrale operativa territoriale e alla Centrale di telemedicina che garantisce un’attività su 12 ore su sette giorni a settimana. Lo sviluppo dell’assistenza territoriale è reso possibile da funzioni nuove come l’infermieristica di comunità e il consolidamento dell’assistenza domiciliare. Potenziati anche i servizi di salute mentale e per i disturbi cognitivi.

“L’implementazione di modelli di medicina di iniziativa (proattiva) – ha spiegato il sindaco – potranno consentire la razionalizzazione e l’efficientamento del sistema di offerta, con riduzione degli accertamenti che potranno essere ricondotti alle prestazioni più efficaci e strettamente necessarie sia in termini di tipologia, sia di tempi e frequenza di esecuzione”. Tra i dati citati da Muzzarelli anche quello riferito ai teleconsulti, con lo “specialista on call” che ha visto il progressivo coinvolgimento di oltre 15 discipline ed è in progressiva crescita: ha già superato i 6.500 consulti a distanza.

Dopo aver sottolineato l’ottica di sistema provinciale per l’assistenza primaria e l’utilizzo di sale operatorie, posti letto, diagnostiche strumentali, il sindaco ha ricordato “lo sforzo volto a condividere la programmazione dell’offerta, a calibrare l’impiego delle risorse e a condividere le modalità di lavoro su percorsi assistenziali specifici, che vedono la collaborazione delle diverse figure professionali del sistema” con l’individuazione di 13 ambiti: dalla oncoematologica alle cure palliative adulti e pediatriche, dall’area materno infantile all’emergenza urgenza, fino alla Neuro Psichiatria infantile, all’area riabilitativa, alle epatopatie croniche, alle terapia del dolore, a cardiologia e chirurgia vascolare, al trattamento delle patologie tempo dipendenti, a diabetologia e nefrologia, con anche otto ambiti su tematiche organizzative come laboratori, politiche del farmaco, cartella clinica informatizzata provinciale, contrasto alla violenza di genere e al maltrattamento e abuso sui bambini, piattaforme tecnologie biomediche e cabina di regia provinciale sulla specialistica e sulle piattaforme chirurgiche.

“Su questi temi – ha spiega Muzzarelli – i diversi professionisti, clinici ed esperti di organizzazione, afferenti alle strutture pubbliche e del privato, saranno chiamati a definire le modalità più efficaci ed efficienti di interazione avendo a riferimento la sostenibilità del sistema e la qualità dell’offerta assistenziale”.

IL DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE

L’interrogazione sulla sanità proposta dal consigliere Federico Trianni (Sinistra per Modena) e alla quale ha risposto il sindaco Gian Carlo Muzzarelli, è stata trasformata in interpellanza su richiesta del capogruppo di Lega Modena Giovanni Bertoldi. Dichiarandosi a favore di un sistema sanitario pubblico efficiente, il consigliere ha affermato che “i problemi della sanità modenese sono di lunga data” e che “i cittadini hanno della sanità una percezione che non corrisponde ai numeri forniti dall’Ausl: il quadro sanitario è un po’ fosco e il servizio è peggiorato”. Bertoldi ha affermato anche che “molte persone non ottengono risposte dalle istituzioni sanitarie locali e questo può significare andare persino fuori regione per farsi curare, mentre l’emergenza pandemica ha aumentato le ‘distanze’ tra i medici di medicina generale e i pazienti. È arrivato il momento – ha concluso – di riprogettare la sanità modenese”.

Enrica Manenti (Movimento 5 stelle) ha espresso “preoccupazione per la situazione della sanità pubblica” e ha sollecitato maggiori attenzioni e più sostegno nei confronti “della medicina preventiva, programmando gli accertamenti sanitari in tempi utili e intervenendo a favore dell’ambiente”. La consigliera ha poi sottolineato l’importanza di “prevedere le residenze temporanee per gli operatori sanitari, per i quali è un problema trovare un appartamento a Modena”, sollecitando un intervento del Comune.

Per Barbara Moretti (Modena al centro) “la sanità pubblica deve rappresentare una priorità assoluta e un valore da difendere. La pandemia – ha aggiunto – ha inciso sui servizi assistenziali e sulle urgenze e occorre, dunque, investire sul personale, dopo decenni di tagli economici che hanno portato a una condizione drammatica e all’inaccettabile ricorso a una quota crescente di professionisti esterni”.

Elisa Rossini (Fratelli d’Italia) ha chiamato la Regione “a un’assunzione di responsabilità, in particolare per una gestione delle risorse che ha evidentemente portato all’attuale deficit di bilancio”. Questo Governo invece, “a differenza dei precedenti esecutivi che hanno tagliato sulla sanità, ha in realtà erogato nuove e importanti risorse”. Secondo la consigliera, inoltre, i Centri di assistenza e urgenza (Cau) previsti dalla Regione “potranno portate alla chiusura dei presidi di pronto soccorso più piccoli e, quindi, abbassare il livello del servizio”.

“C’è una tendenza a valorizzare sempre più sanità privata a discapito della sanità pubblica e non è un dato positivo”, ha affermato Paola Aime (Europa verde – Verdi), secondo cui esiste anche “la questione dei medici di medicina generale che seguono i pazienti con minore attenzione rispetto al passato”. Per la consigliera bisogna “favorire la prevenzione primaria, promuovendo stili di vita sani e avendo cura di ciò che mangiamo e dall’aria che respiriamo”.

Per il Pd, Federica Venturelli ha messo l’accento “sull’importanza di difendere la sanità pubblica, il cui valore, ma anche le cui fragilità, sono state messe in evidenza dall’emergenza Covid. Ridurre questo servizio pubblico equivale ad aumentare le disuguaglianze sociali”. La consigliera si è augurata che il Governo “riprenda il percorso di sostegno alla sanità pubblica, attraverso i necessari investimenti su personale e strutture, che avevano programmato i precedenti esecutivi: l’autonomia differenziata causerebbe la dissoluzione del sistema sanitario nazionale”.

In replica, il consigliere Trianni ha espresso soddisfazione per l’impegno preso a favore della sanità pubblica, “un obiettivo che deve trovare tutti d’accordo”, e in particolare per il potenziamento di strutture e servizi. Soffermandosi poi sull’aumento del 15 per cento del personale rilevato tra il 2019 e oggi, il consigliere ha domandato “se questo incremento sia comunque sufficiente alla tenuta del sistema, mentre altre criticità comunque restano”.

Concludendo il dibattito, il sindaco Muzzarelli ha sottolineato che la sanità modenese è tornata ai livelli preCovid, “ma questo non è sufficiente, serve migliorare ulteriormente, anche rispetto ai temi di attesa”. Muzzarelli ha poi puntualizzato che sono diversi i progetti in corso, come nell’area ex Corni, che prevedono la realizzazione di residenze temporanee per studenti e lavoratori: “Sono interventi che puntano a rigenerare la città riconsegnando luoghi abitabili”. Il sindaco ha poi condiviso la necessità di ridefinire un quadro nazionale per i numeri di entrata all’università: “Bisogna creare un nuovo modello che incentivi i giovani a frequentare i corsi”.