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Bagnacavallo, completata in cinque giorni la ricostruzione d’emergenza per la sicurezza dell’argine del fiume Lamone, con squadre al lavoro h24

Bagnacavallo, completata in cinque giorni la ricostruzione d’emergenza per la sicurezza dell’argine del fiume Lamone, con squadre al lavoro h24Cinque giorni di lavoro, 24 ore su 24, per realizzare la ricostruzione d’emergenza e mettere in sicurezza 60 metri d’argine del Lamone.

È quanto accaduto dopo che mercoledì 3 maggio scorso – erano da poco passate le 9.30 – l’argine del fiume ha cominciato a rompersi all’altezza di Bagnacavallo, nel ravennate, in piena campagna, vicino all’abitato di Boncellino. Una rottura definita tecnicamente “da sormonto della quota arginale”, con asportazione progressiva di terra dell’argine stesso (60 metri), fino alla distruzione completa.

Il giorno stesso, nel tardo pomeriggio, i tecnici dell’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile hanno avviato le prime operazioni di pronto intervento; a partire da quel momento, le imprese hanno lavorato senza mai fermarsi.

“Desidero ringraziare i tecnici dell’Agenzia e le maestranze, che hanno lavorato senza tregua- ha commentato Irene Priolo, vicepresidente della Regione con delega alla Protezione civile, che oggi ha effettuato sul posto un sopralluogo-. Finito il momento dell’emergenza, speriamo prestissimo, l’argine verrà ulteriormente rinforzato. Voglio inoltre dire il mio grazie- ha aggiunto Priolo- a proprietari e amministratori delle aziende locali: c’è stato un momento in cui hanno addirittura sostituito gli operai alla guida degli scavatori e dei camion, per consentire loro di riprendere fiato. Ancora una volta, l’Emilia-Romagna dimostra di saper far squadra di fronte alle difficoltà”.

Come si è intervenuti

Mentre veniva ricostruita la golena interna con massi ciclopici (da 3 tonnellate l’uno), sono stati rifatti circa 50 metri di strada provinciale (spazzata via dall’evento), per poter garantire il trasporto di tutto materiale necessario contemporaneamente da due direzioni. I camion hanno portato, con viaggi a ciclo continuo 24 ore su 24, terra (più di 30mila metri cubi) e massi ciclopici (oltre 10mila metri cubi) per ricostruire la golena: un primo baluardo che ha permesso, già da giovedì 4 maggio, di far sì che il fiume rientrasse nel suo percorso originale. In pochissimi giorni – da giovedì 4, appunto, a lunedì 8 – sono stati letteralmente ricostruiti 60 metri di argine; lavoro che, in condizioni normali, richiede circa due mesi. Analogamente, è stato ripristinato l’argine interessato da un sormonto per una lunghezza di circa 600 metri.

Tenuto conto dell’allerta rossa emanata ieri per oggi, si è deciso di ritardare tutti i lavori che si potevano fare anche sotto la pioggia, dando priorità a quelli che necessitano di “clima secco”; in ultimo, è già stato tutto coperto da teloni e rinforzato con sacchi. Oggi sono in corso le pulizie degli argini; nel frattempo i tecnici stanno pianificando i prossimi interventi, che vedranno le opere di consolidamento. L’auspicio è di poterli avviare da lunedì prossimo.