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Il Consiglio di Amministrazione di IREN S.p.A. approva i risultati consolidati al 31 dicembre 2022 e l’aggiornamento del Piano Industriale al 2030

Il Consiglio di Amministrazione di IREN S.p.A. approva i risultati consolidati al 31 dicembre 2022 e l’aggiornamento del Piano Industriale al 2030
AD Iren Gianni Vittorio Armani

Nel 2022 il Gruppo ha registrato investimenti record, pari a circa 1,5 miliardi (+56% rispetto al 2021), una crescita dell’EBITDA e un dividendo a 0,11 €/azione.

Tra le novità del Piano Industriale 2030, si rileva un aumento degli investimenti a 10,5 miliardi (+200 milioni rispetto al piano presentato nel 2021) e una sempre maggiore attenzione alla decarbonizzazione sostenuta dagli investimenti in fonti rinnovabili anche attraverso le comunità energetiche diffuse. Una realtà in crescita con 3.200 assunzioni previste.

 

Elementi più significativi del Piano Industriale al 2030:

  • Nonostante gli avvenimenti di carattere straordinario degli ultimi mesi, e il loro forte impatto sul contesto macroeconomico, l’impostazione strategica definita nel Piano Industriale del 2021 è confermata e rinforzata in tutti i drivers strategici.
  • Il dato più rilevante riguarda gli investimenti, che saranno aumentati di circa 200 milioni di euro, per un totale di 10,5 miliardi investiti nei prossimi otto anni(di cui 7,5 destinati a investimenti sostenibili): ciò consentirà un incremento della marginalità di oltre 800 milioni rispetto al 2022, con un EBITDA atteso pari a 1,9 miliardi di euro. Il focus strategico sarà orientato a rinnovabili, comunità energetiche ed espansione territoriale.
  • Un investimento che riguarderà anche la forza lavoro, con un grande piano di assunzioni: è infatti previsto l’ingresso nel Gruppo di 3.200 lavoratori.
  • Si confermano i tre pilastri strategici: la transizione ecologica con una progressiva decarbonizzazione di tutte le attività e il rafforzamento della leadership nell’economia circolare, la territorialità con un’estensione del perimetro nei territori di riferimento, la realizzazione delle comunità energetiche e la capacità di fare sistema con il territorio, la qualità attraverso il miglioramento delle performance e la massimizzazione dei livelli di soddisfazione dei clienti/cittadini.
  • Il rafforzamento strategico si concretizza nello sviluppo di capacità rinnovabile grazie al fotovoltaico e all’eolico onshore e offshorema anche grazie alla creazione di comunità energetiche diffuse sui territori di riferimento.La forte spinta all’espansione territoriale dei servizi in concessione posizionerà Iren fra i player strategici per superare il gap infrastrutturale del Paese.

 

Elementi più significativi del bilancio d’esercizio:

  • In un contesto macroeconomico critico, specialmente per gli effetti inflattivi legati al rincaro delle commodities energetiche, il Gruppo ha aumentato a circa 1,5 miliardi gli investimenti lordi (+ 56% rispetto al 2021), destinati in gran parte allo sviluppo impiantistico rinnovabile e agli impianti di trattamento rifiuti, alla resilienza delle reti di distribuzione e all’efficientamento energetico degli edifici.
  • I ricavi consolidati al 31 dicembre 2022 si attestano a 7.863 milioni di euro, in aumento del 58,7% rispetto ai 4.955,9 milioni di euro dell’esercizio 2021. I principali fattori di incremento sono riferibili ai maggiori ricavi energetici, influenzati per oltre 2.400 milioni di euro dall’incremento dei prezzi delle commodities parzialmente assorbiti dall’effetto climatico (-88 milioni circa).
  • Il margine operativo lordo (EBITDA) è cresciuto di 39 milioni di euro (+3,8%), attestandosi a 1.055 milioni di euro. L’EBITDA ordinario al netto degli effetti non ricorrenti risulta in crescita del 6,4%.
  • Il debito netto si mantiene al di sotto delle previsioni, grazie all’ottima gestione del capitale circolante netto. Pertanto, il rapporto debito netto/EBITDA risulta essere di 3,2x.
  • L’utile netto di Gruppo attribuibile agli azionisti è pari a 226 milioni di euro (in contrazione del 25% rispetto al 2021): escludendo gli elementi fiscali non ricorrenti, esso si attesterebbe a 253 milioni di euro, in calo del 3,8% rispetto al 2021.
  • Il dividendo proposto è pari a 0,11€/azione, in crescita del 10% rispetto al dividendo ordinario 2021, come previsto dal piano industriale, e verrà messo in pagamento a decorrere dal 21 giugno 2023.
  • Infine, il consolidamento di Sei Toscana e le nuove assunzioni, con il conseguente ingresso nel Gruppo di 1.530 persone, portano ad oltre 10.580 il numero complessivo dei dipendenti Iren.

 

Luca Dal Fabbro, Presidente Iren,  ha dichiarato: “L’aggiornamento del piano strategico al 2030 conferma ancora una volta l’attenzione di Iren verso i territori e verso i suoi stakeholder. Il contesto energetico ci spinge a progettare il futuro tenendo presente tre componenti strategiche fondamentali: la sicurezza energetica, la competitività e, chiaramente, la sostenibilità, motore di ogni nostra singola azione. Iren nei prossimi 8 anni rafforzerà il proprio ruolo di partner di riferimento per il territorio  e le pubbliche amministrazioni con l’obiettivo di irrobustire la propria presenza nelle aree storiche e ampliare i confini verso nuove aree strategiche. Ogni azione di Iren continuerà ad essere supportata da alcuni razionali fondamentali, come ad esempio il recupero delle risorse e la decarbonizzazione, facendo leva anche su nuove tecnologie e progetti fortemente innovativi”. 

 

Gianni Vittorio Armani, Amministratore Delegato e Direttore Generale Iren ha dichiarato: “Oggi, non solo confermiamo i pilastri strategici del piano, ovvero transizione ecologica, territorialità e qualità del servizio, ma siamo in grado di rafforzarli grazie ad un nuovo piano di investimenti di 10,5 miliardi di euro al 2030 (+200 milioni di euro rispetto a quanto previsto nel precedente piano per il periodo 2023-2030). Le comunità energetiche, l’eolico offshore ed un’ulteriore spinta all’espansione territoriale dei servizi in concessione per aiutare a superare il gap infrastrutturale del Paese sono i tratti distintivi di questo aggiornamento di Piano, che si traduce nel raggiungimento di 3,6 GW di capacità rinnovabile gestita e una crescita dell’EBITDA a 1,87 miliardi di euro al 2030 prestando al contempo la massima attenzione al mantenimento del giudizio investment grade da parte delle agenzie di rating. Inoltre, abbiamo a disposizione un basket di 1,5 miliardi di euro di ulteriori investimenti già individuati in ambito servizio idrico e ambiente nel sud Italia, da attivare con partner finanziari. Nello stesso tempo verrà valorizzato al massimo il capitale umano grazie anche all’assunzione di circa 3.200 nuovi lavoratori che entreranno nel perimetro del Gruppo”.