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Ortofrutta e patate, oltre 95 milioni di euro di contributi Ue in Emilia-Romagna per ricerca, agricoltura di precisione

Ortofrutta e patate, oltre 95 milioni di euro di contributi Ue in Emilia-Romagna per ricerca, agricoltura di precisioneOltre 95 milioni di contributi Ue per il 2023 per investimenti che potranno generare innovazione e qualità, progetti di ricerca, sostegno al reddito delle imprese e competitività sui mercati. Passa da qui la strada per la nuova agricoltura a cui punta la Regione. Un primo passo concreto è il via libera ai piani di spesa  (programmi operativi) delle Organizzazioni di produttori e delle loro Associazioni per il consolidamento e la crescita del sistema ortofrutticolo e pataticolo regionale.
Entro fine mese gli aiuti comunitari del fondo Feaga, che presiede gli interventi di sostegno ai mercati agricoli, saranno resi disponibili.

“Cresce così la competitività di due settori chiave dell’agricoltura emiliano-romagnola, in una logica di innovazione e sostenibilità della filiera- commenta l’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi-.  Ancora una volta i produttori in forma aggregata, in particolare quelli del settore pataticolo, hanno dimostrato di cogliere le opportunità per il rafforzamento organizzativo di queste importanti filiere produttive, per sviluppare l’innovazione indispensabile per l’adattamento e la mitigazione ai cambiamenti climatici e per rafforzare il loro valore sui mercati nazionale ed estero”.

Per l’ortofrutta sono stati approvati 12 programmi operativi presentati da sette Associazioni di Organizzazioni produttori (che associano 37 Op) e da 5 Organizzazioni di produttori che aggregano circa 16mila imprese agricole, di cui il 51% con sede in Emilia-Romagna. Le Associazioni e le Organizzazioni sono infatti aperte anche ad aziende su tutto il territorio nazionale e fortemente attrattive. La spesa annua totale è stata approvata per 181,4 milioni di euro cui corrisponde un aiuto comunitario previsionale di 93,8 milioni di euro.

Per il settore pataticolo, una novità di questa nuova Pac, la Regione ha riconosciuto tre Organizzazioni di produttori, che aggregano 233 imprese agricole, di cui l’82% con sede in Emilia-Romagna. I piani di spesa per rendere maggiormente competitivo questo settore e fare da starter per suo ammodernamento ammontano a 3,2 milioni di euro. Gli aiuti Ue valgono 1,9 milioni di euro e serviranno a favorire gli investimenti delle aziende agricole nell’acquisizione di macchine e attrezzature specifiche e nell’applicazione di tecniche produttive a basso impatto ambientale.

Gli aiuti in dettaglio

Per l’ortofrutta, gli interventi riguarderanno, per il 43% della spesa previsionale, il miglioramento della qualità (attrezzature innovative, impianti d’irrigazione e antigrandine), la pianificazione della produzione con il rinnovo degli impianti frutticoli e l’applicazione della produzione integrata e altre tecniche a basso impatto ambientale.
Le azioni di sistema, per circa il 41% del totale, sostengono gli investimenti per la commercializzazione (macchinari e strutture per la gestione delle produzioni in post raccolta), strategia per l’adeguamento al cambiamento climatico, le attività di prevenzione delle crisi di mercato, la ricerca e produzione sperimentale e le iniziative di promozione dei prodotti.

La rimanente parte, poco più del 14% totale, servirà a finanziare le attività del personale dedicato sia al controllo della qualità delle produzioni, che alle iniziative di marketing come a quelle di supporto alle aziende agricole nell’applicazione delle tecniche a basso impatto ambientale.

Per il settore delle patate oltre la metà degli interventi riguarda la commercializzazione (strutture, macchine e attrezzature innovative per la gestione delle produzioni in post raccolta), le attività di prevenzione delle crisi di mercato e le iniziative di promozione dei prodotti.
Poco più del 30% della spesa complessiva approvata andrà a sostenere le tecniche di produzione integrata  e a basso impatto ambientale e l’acquisto di macchine per la raccolta.
La rimanente parte, circa il 12% della spesa previsionale totale, servirà a finanziare le attività del personale dedicato sia al controllo della qualità delle produzioni, che di supporto alle aziende agricole nell’applicazione delle tecniche a basso impatto ambientale.