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Humanities & Intelligence: a Modena sapere scientifico e umanistico senza confini

<div>Humanities & Intelligence: a Modena sapere scientifico e umanistico senza confini</div>Modena è diventata negli ultimi anni un punto di riferimento sulle Digital Humanities, un centro di eccellenza dove si connettono cultura digitale e cultura umanistica. In particolare l’Università di Modena e Reggio e Emilia e i suoi centri AIRI (Artificial Intelligence Research and Innovation Center) e DHMoRe (Centro Interdipartimentale di Ricerca sulle Digital Humanities) stanno portando avanti progetti e attività di ricerca di altissimo livello dedicati alle industrie culturali e creative per la l’Intelligenza Artificiale, su cui convergono finanziamenti messi a disposizione dalla Fondazione di Modena nell’ambito del progetto AGO Modena Fabbriche Culturali.

Per coinvolgere studenti e cittadini su questi temi, spiegare ciò che è stato realizzato finora e guardare al futuro, la giornata di venerdì 4 novembre è interamente dedicata a “Humanities & Intelligence”, con lezioni, esperienze, conversazioni tra il mondo dell’Intelligenza Artificiale e le discipline umanistiche.

“Una città che guarda al futuro, investendo su saperi e competenze. Grazie al lavoro di rete, Modena rappresenta una delle punte più avanzate sulla frontiera dell’innovazione – sottolinea Andrea Bortolamasi, Assessore alla Cultura del Comune di Modenala contaminazione tra saperi diversi, i processi di rigenerazione urbana in corso, l’investimento in educazione ed apprendimento continuo, sono assi di crescita e sviluppo della nostra comunità cittadina, su quali volgiamo continuare ad investire”.

“Fondazione di Modena sostiene convintamente progetti innovativi e di ricerca, che ci offrano strumenti nuovi per governare il grande processo di trasformazione a cui stiamo assistendo – è il commento di Paolo Cavicchioli, Presidente della Fondazione di ModenaQuesta giornata di approfondimento è l’occasione per mostrare alla città le possibili applicazioni dell’intelligenza artificiale al patrimonio culturale e, più in generale, il lavoro che stiamo facendo per creare un Centro per le digital humanities che sia in grado di creare un ponte tra digitale e discipline umanistiche, una delle sfide più importanti del nostro tempo”.

“Sono felice di presentare i risultati del progetto di AI x Digital Humanities, ma soprattutto di poter ospitare a Modena, grazie al contributi di Fondazione di Modena, quattro lectio magistralis di eccezione – da Google a University of South Florida a colleghi italiani – per testimoniare quanto l’intelligenza artificiale possa essere al servizio della società – spiega Rita Cucchiara, docente di Visione Artificiale e Sistemi Cognitivi e Direttrice del centro AIRI presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio EmiliaSarà un buon punto di partenza per la prossima Laurea magistrale in Artificial Intelligence Engineering che partirà dal prossimo anno, tutta in inglese, e una via per mostrare la sostenibilità sociale ed economica delle nostre tecnologie”.

“Quello che oggi presentiamo è il risultato di un lavoro di due anni che ha messo in sinergia una ventina di istituti culturali e continua a crescere – precisa Matteo Al Kalak, Direttore del Centro Interdipartimentale di Ricerca sulle Digital Humanities DhMoReLa rivoluzione digitale di cui parleremo il 4 novembre è quella silenziosa che consente di rendere fruibile per tutti un patrimonio immenso che è il nostro passato e, per questo, è il nostro futuro”.

 

La mattina al Tecnopolo di Modena

Gli appuntamenti della mattina si svolgono presso il Tecnopolo di Modena (via Vivarelli, 2) dove alle 9.30 si comincia con i saluti istituzionali del sindaco Giancarlo Muzzarelli, del rettore di Unimore Carlo Adolfo Porro e del presidente della Fondazione di Modena Paolo Cavicchioli. Apre poi i lavori Rita Cucchiara, Direttore del centro AIRI e Ordinario di Visione Artificiale e Sistemi Cognitivi presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, con un’introduzione ai progetti dedicati all’Intelligenza Artificiale per le Digital Humanities. Seguono quattro lezioni magistrali affidate a studiosi internazionali: Mubarak Shah, professore presso il centro di ricerca in Computer Vision della University of Central Florida (USA); Alberto Del Bimbo, docente presso l’Università degli Studi di Firenze e Direttore del MICC, Media Integration and Communication Center; Enrica Filippi, ingegnere di Google.com; Maurizio Ferraris, professore di filosofia teoretica presso l’Università degli Studi di Torino.

Seguono tre spotlight, brevi interventi di ricercatori dell’Università di Modena e Reggio Emilia che si focalizzano sulle attività di ricerca in Digital Humanities portate avanti dal laboratorio Aimagelab. Marcella Cornia illustra la demo interattiva PersonArt, finalizzata al “face retrieval”, cioè la ricerca del volto più simile all’interno di un insieme di immagini: una tecnologia che può essere usata, ad esempio, per fare dialogare il pubblico di un museo con le opere esposte, dando al visitatore la possibilità di trovare i volti a lui più simili raffigurati nei dipinti esposti (la demo è stata installata presso le Gallerie Estensi di Modena durante il Festival della Filosofia 2019, raccogliendo più di 1100 visitatori in soli tre giorni). Silvia Cascianelli presenta il lavoro realizzato, in sinergia con il centro DHMoRe, nell’ambito della lettura automatica del manoscritto, focalizzato in particolare sui Codici Muratoriani e diverse lettere autografe di Giacomo Leopardi. Lorenzo Baraldi si concentra sull’integrazione di visione e linguaggio per la comprensione e la ricerca dei beni culturali: attraverso la sviluppo di reti neurali è possibile generare una descrizione testuale di una data immagine o trovare contenuti multimediali simili ad una data query in formato visuale o testuale.

 

Il pomeriggio presso AGO Modena Fabbriche Culturali

Nel pomeriggio tutti possono toccare con mano le esperienze e i progetti presentati nel corso della mattinata. A partire dalle 15.30 presso AGO (in Largo Porta S. Agostino, 228) l’appuntamento è con “Intelligenza Artificiale per l’Intelligenza Umana”, una serie di laboratori a cura di AimageLab e FEM che coinvolgono il pubblico in presentazioni interattive: i partecipanti hanno la possibilità di sperimentare la realtà virtuale, comprendere come lavorano le reti neurali applicate alle arti visuali e la lettura automatica di manoscritti, divertirsi con la demo PersonArt a cercare il proprio sosia tra dipinti storici.

Alle 18 l’appuntamento è presso la Sala ex Cappella con il podcaster e giornalista Pablo Trincia che dialoga Matteo Al Kalak, Direttore del Centro Interdipartimentale di Ricerca sulle Digital Humanities DhMoRe su “Rivoluzione digitale. Le imprevedibili frontiere di un mondo connesso”. L’incontro si apre con i saluti istituzionali del Presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, dell’Assessore alla Cultura del Comune di Modena Andrea Bortolamasi e del Presidente della Fondazione di Modena Paolo Cavicchioli. Pablo Trincia è conosciuto in particolare per i suoi podcast, finestre digitali sul mondo, vere e proprie inchieste giornalistiche in stile radiofonico pensate per il web (tra queste Veleno che ricostruisce la vicenda di cronaca dei Diavoli della Bassa Modenese, Il Dito di Dio sul naufragio della Costa Concordia, e ora – disponibile da pochi giorni – Megapolis: Mumbai 2050 – sul tema del cambiamento climatico).

 

Tutti gli appuntamenti della giornata “Humanities & Intelligence” sono gratuiti e a ingresso libero fino a esaurimento posti. È consigliata la prenotazione per i laboratori e per l’appuntamento serale sul sito agomodena.it – Infoline: info@agomodena.it”