Dopo i positivi riscontri ottenuti a Castelnuovo Rangone, Pavullo nel Frignano, Castelfranco Emilia e Savignano sul Panaro, la mostra “Ultraromanticismo. Il post umano, tra inquietudini e abbandono” giunge, dal 13 novembre 2021 al 9 gennaio 2022 a Spilamberto (MO), nel Complesso dell’Ex Chiesa di Santa Maria degli Angeli (Via Santa Maria, 36) e nella Chiesa della Beata Vergine del Carmine (Via Giacomo Matteotti, 21), aperta al pubblico per l’occasione.
Promosso dai Comuni di Castelnuovo Rangone, Pavullo nel Frignano, Castelfranco Emilia, Savignano sul Panaro, Spilamberto e Vignola, in collaborazione con l’Associazione culturale Ricognizioni sull’arte, il progetto costituisce un esempio virtuoso di network territoriale nel panorama italiano, fondato sulla condivisione e finalizzato alla valorizzazione della ricerca artistica contemporanea e dei luoghi della cultura e del sacro.
La mostra, realizzata con il sostegno di BPER Banca (main sponsor) e Galleria Ossimoro, è curata da Sergio Bianchi, Alessandro Mescoli, Massimiliano Piccinini, Federica Sala, Laura Solieri e Andrea Barillaro, curatori indipendenti che fanno capo all’Associazione culturale Ricognizioni sull’arte.
“Crediamo – spiegano i curatori – che questa mostra sottenda principalmente ad un sentimento. Una sorta di intraducibile sentire che ci accomuna, nel risultato, attraverso derive culturali ed affettività visive. Aspetti che da soli non bastano a narrare l’oggettivazione, giustificandola, di un’esposizione come questa, ma ne sono l’origine. C’è poi un fulcro nascosto ed animista che intendiamo esplorare e rinnovare nel visitatore, costituito dai temi propri del pensiero romantico, quello storico, ottocentesco, transitato fino a noi attraverso la pittura e le letture. Temi cari all’uomo, una semantica dell’incanto impossibile da realizzare in assenza di luoghi densi di storia come chiese ed antichi palazzi. Dalla poetica della nebbia, così emiliana e ossianica nel medesimo istante, alla serenità di una malinconia senza tristezza, fino al fascino dell’abbandono: di un luogo, dell’uomo, anatomicamente articolato sulla soglia del tempo, tra rovina e ritrovamento, oppure dei suoi relitti. Una particolare attenzione alle immagini dell’inconscio e del mistero, nel cui insieme anche la sacralità intesa come recondito segreto custodito dal pigmento (e dall’agire del pittore) non sarà assente. Come ultimo approdo rimane il grottesco, mediato anche dal cambiamento del corpo. Estensioni corporee e protesiche come simulacri, spesso ancora in cerca di una nuova e tassonomica classificazione del diverso, ci viene consegnata da questi “moderni Prometeo” sottoforma di opera d’arte”.
La sezione spilambertese del progetto presenta opere di Tatiana Brodatch, Iside Calcagnile, Massimiliano Galliani, Luigi Ghirri, Gian Luca Groppi, Marco Luppi, Marco Piccinelli, Simone Stuto, Flavia Tritto, che indagano i temi della natura e del corpo.
Tutte le opere, ad eccezione di quella di Iside Calcagnile, sono collocate all’interno del Complesso dell’Ex Chiesa di Santa Maria degli Angeli.
“Un altro progetto di rete tra comuni per Spilamberto – commenta l’Assessore alla Cultura del Comune di Spilamberto Carlotta Acerbi – che crede e si impegna nella collaborazione con altri territori, uniti nel segno della cultura: lavorare insieme per dare ancora più valore alla nostra terra è possibile e questa mostra ne è l’esempio. Questa collettiva rappresenta inoltre per noi amministratori la possibilità di aprire luoghi meravigliosi non sempre visitabili, di dare a questi nuova vita attraverso l’arte contemporanea: la cultura può anche questo, rigenerare spazi. In particolare a Spilamberto la mostra aprirà per la prima volta le porte del Complesso dell’Ex Chiesa di Santa Maria degli Angioli, ancora animato da un lungo progetto di ristrutturazione. I lavori di restauro non sono ancora conclusi, infatti, ma grazie anche alla Fondazione di Vignola, abbiamo voluto iniziare ad aprire alcune sale, in particolare nell’edificio dell’Ex Ospedale, per dare modo agli spilambertesi e ad avventori da fuori, di approfittare dell’occasione della mostra per ammirare una doppia bellezza, quella delle opere esposte e quella dei primi ambienti svelati del Complesso di Santa Maria degli Angioli, in attesa di vedere presto anche gli altri, tra cui il futuro Auditorium, laddove era la Chiesa, e l’ex coro, una volta che sarà terminato il restauro. Con un breve percorso a piedi, poi, si potrà raggiungere l’altra sede di mostra, la chiesa della Beata del Vergine del Carmine, che grazie alla disponibilità di Don Davide Sighinolfi e della Parrocchia ospiterà l’installazione di Iside Calcagnile. Un modo, attraverso la visita a questa mostra, di scoprire luoghi di Spilamberto forse mai visti prima, ed essere così un po’ turisti a casa propria, continuando a stupirsi delle bellezze che abbiamo”.
La poetica di Tatiana Brodatch propone corpi che divengono anima tormentata, passando per le vie della consunzione emotiva, intima riflessione di innocenza, incessante contatto con necessità affettive, evitamento della solitudine.
Di Massimiliano Galliani, scomparso nel 2020 a soli 37 anni, è esposta un’opera tratta dalla serie dei Fiumi. L’artista porta sulla tela la raffinata purezza del suo tratto, una sorta di analisi del territorio tra i capolavori della natura.
Nelle tre fotografie inedite di Luigi Ghirri si riconoscono gusto dell’abbandono e tempo che si perde nel concetto di rovina dimenticata. Una debole durabilità che consolida nel tempo il suo significato di impermanenza.
Gian Luca Groppi, attraverso la fotografia, evoca un senso di profondo abbandono che, nonostante le volontarie aperture ironiche, non devia dal profondo malessere esistenziale dal quale è generato.
Il visitatore che osserva la tela di Marco Luppi non può non percepire una sensazione di solitudine e di abbandono. Dentro alla laguna, indefinita nella nebbia, il silenzio è strada obbligatoria per l’introspezione.
Nel lavoro di Simone Stuto si evince un tono da girone infernale, ma non solo. Una forzata convivenza tra angeli e demoni, corpi di esseri umani e strani animali, la danza dell’allegoria tra orrore e bellezza.
Per Flavia Tritto, corpo e sonorità sono legati in una relazione inscindibile. La musica di sottofondo ci porta a percepire un’introspezione fortemente fisica in un silenzioso dialogo tra il corpo danzante e la natura.
Marco Piccinelli si disvela attraverso il forte simbolismo tra corpi ed oggetti che abitano il suo disegno. La luce fioca delle candele sottolinea un senso di profondo turbamento, tra immaginario e realtà.
L’istallazione di Iside Calcagnile, che occupa la Chiesa della Beata Vergine del Carmine, è ventre materno che può contenere voci e parole. Semplicemente rami, per ricordare all’uomo la genesi delle forme.
L’esposizione sarà visitabile fino al 9 gennaio 2022, sabato e domenica ore 9.00-12.30 e 16.00-19.00. Ingresso libero. Per informazioni: T. 059 789964, cultura@comune.spilamberto.mo.it, www.comune.spilamberto.mo.it.
In occasione della mostra sarà pubblicato un catalogo, disponibile in loco, con prefazione istituzionale, introduzione dei curatori, testi critici di Maria Chiara Wang, Giorgia Bergantin, Mattia Cattaneo, Enrico Turchi, Eleonora Brizi e ricco apparato iconografico. Sarà inoltre realizzato un documentario con la regia e la fotografia di Mauro Terzi e la musica de “Le Piccole Morti”.
Per approfondimenti sulla manifestazione è possibile contattare l’Associazione culturale Ricognizioni sull’arte: 059 783519, ricognizionisullarte@gmail.com, www.ricognizionisullarte.com, www.facebook.com/ricognizionisullarte, www.instagram.com/ricognizionisullarte.