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Patto per il Lavoro e per il Clima, in Emilia Romagna lo sottoscrivono anche il Politecnico di Milano e l’Università Cattolica del Sacro Cuore

Patto per il Lavoro e per il Clima, in Emilia Romagna lo sottoscrivono anche il Politecnico di Milano e l’Università Cattolica del Sacro CuoreSi allarga il patto sociale dell’Emilia-Romagna. Il Politecnico di Milano e l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano – atenei con sedi a Piacenza – hanno aderito al Patto per il Lavoro e per il Clima, il documento su rilancio e sviluppo fondati sulla sostenibilità ambientale, economica e sociale sottoscritto a fine 2020 dalla Regione insieme a tutte le parti sociali – sindacati e imprese – enti locali, associazioni ambientaliste, Terzo settore e volontariato, professioni, camere di commercio e banche, comprese tutte e quattro le università emiliano-romagnole (Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia, Parma). Oltre 55 sigle in rappresentanza dell’intera comunità regionale.

Un progetto condiviso che punta a obiettivi fra i quali la completa decarbonizzazione entro il 2050 e 100% di energie rinnovabili al 2035, il 3% del Pil regionale destinato alla ricerca e una quota di Neet (giovani che non studiano e lavorano) sotto il 10%.

I rettori dei due atenei lombardi, Franco Anelli del Sacro Cuore e Ferruccio Resta del Politecnico, hanno siglato il Patto questa mattina a Bologna, nella sede della Regione, insieme al presidente Stefano Bonaccini.

Presenti anche gli assessori regionali allo Sviluppo economico, green economy e coordinatore del Patto per il Lavoro e per il Clima, Vincenzo Colla, all’Università e Ricerca, Paola Salomoni, i rettori o i loro delegati dei quattro atenei dell’Emilia-Romagna. Ha partecipato, in videocollegamento, la sindaca di Piacenza, Patrizia Barbieri.

“Gli obiettivi strategici e gli impegni declinati nel Patto per il Lavoro e per il Clima- ha detto il presidente Bonaccini- hanno l’obiettivo di accompagnare il territorio, anche in questa fase in cui stiamo cercando di superare gli effetti della pandemia, su tre direttrici fondamentali: buona occupazione, sostenibilità e lotta alle disuguaglianze. Direttrici alle quali si aggiunge la centralità dei saperi e delle competenze, fondamentali per costruire un nuovo futuro. E su questo è e sarà importantissimo il contributo del mondo accademico. Tutta la comunità regionale è impegnata su questi obiettivi, che abbiamo definito insieme. Sono molte le opportunità di relazione, di ricerca e di progettazione che le sedi piacentine degli atenei milanesi hanno in comune con le reti dei tecnopoli e dell’alta formazione dell’Emilia-Romagna, attorno alle quali abbiamo costruito una sinergia molto forte con i settori produttivi, i l tessuto economico e le reti di protezione sociale, per questo siamo davvero molto soddisfatti dell’adesione sancita oggi. Rafforziamo un patto sociale- chiude Bonaccini- di cui, per fortuna, sempre di più si sente la necessità anche a livello nazionale, convinti che da qui verrà un contributo di idee, progetti e partecipazione utili all’intero Paese, oltre alla capacità di realizzarli”.

“Temi come la sostenibilità e il lavoro sono strettamente interconnessi e rientrano tra le sfide decisive per la ripresa del Paese e la centralità dei territori. A nuovi processi produttivi corrispondono nuove competenze e nuovi ambiti di ricerca – commenta il rettore del Politecnico di Milano, Ferruccio Resta –. L’Emilia-Romagna, regione virtuosa, può contare non solo su un capitale culturale d’eccezione, dato dalla qualità dell’offerta universitaria, ma anche e soprattutto da filiere competitive in cui il Politecnico di Milano è in prima linea. Da sempre vicino ai bisogni delle realtà locali, il nostro ateneo ha nella sede di Piacenza una risorsa capace di contribuire alle dinamiche di sviluppo promosse dalle istituzioni, come dimostra la firma di questo accordo”.

“Dinanzi al difficile, ma irrinunciabile compito di integrare il valore del lavoro umano e la tutela dell’ambiente, occorre agire coralmente per trovare risposte capaci di contemperare, nell’esigente complessità del mondo contemporaneo, tutti i legittimi interessi in gioco- spiega il rettore Franco Anelli-. Tale consapevolezza è alla base del Patto per il lavoro e per il clima proposto dalla Regione Emilia-Romagna, al quale l’Università Cattolica del Sacro Cuore ha aderito, con l’intento di offrire un contributo alla promozione della green economy, con particolare riferimento a un settore cruciale dell’economia regionale come l’agricoltura, per migliorarne le performance e nel contempo ridurne l’impatto ambientale”.

 

Il Patto per il Lavoro e per il Clima e le università

Il Patto prevede nei propri obiettivi una relazione stretta con la rete per l’alta formazione dell’Emilia-Romagna.

Tra gli obiettivi primari c’è il potenziamento dell’ecosistema regionale della ricerca e dell’innovazione, investendo in particolare negli ambiti della salute, della transizione digitale e di quella ecologica, la valorizzazione degli investimenti realizzati nella Data Valley regionale.

Lo stesso per fare dell’Emilia-Romagna un grande polo delle industrie culturali e creative, attraverso un investimento in alta formazione specialistica, il consolidamento della rete teatrale, il rafforzamento delle filiere cinema, musica e editoria, il sostegno alla produzione culturale diffusa.

Sono favorite le iniziative per attrarre studenti e incentivarli a restare dopo la conclusione dei percorsi formativi e per incrementare l’attrattività e il rientro di talenti, anche portando sul territorio regionale sedi di prestigiose istituzioni di ricerca e universitarie internazionali, progettando una nuova rete di servizi. Garantite borse di studio universitarie, in una stretta collaborazione tra istituzioni, Atenei e istituti di Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica

Il Patto prevede inoltre la promozione dell’apprendistato, degli ITS, delle lauree professionalizzanti, quali canali di accesso privilegiato al mondo del lavoro, con particolare attenzione alle iniziative che permettano ai giovani di conseguire un titolo di studio e qualificando l’apprendistato professionalizzante.

E, ancora, nuove sinergie tra programmazione regionale e fondi interprofessionali per rafforzare e promuovere la formazione di imprenditori, manager, dipendenti e professionisti, il rafforzamento delle opportunità di formazione permanente, il potenziamento della partecipazione alle opportunità di finanziamento nazionali e internazionali per la ricerca per attrarre nuove progettualità, infrastrutture, risorse e talenti.