“Da quando guidiamo un grande sindacato come Cisl mai era successo che un lavoratore fosse così coraggioso da documentare dieci lunghi e orribili mesi di lavoro nero, caporalato e sfruttamento di una condizione di bisogno. Qualcuno l’ha definita riduzione in schiavitù e, francamente, la riteniamo una formula efficace. Parliamo di reati gravissimi e confidiamo che la giustizia sia implacabile”.
Così la numero uno della Cisl Emilia Centrale Rosamaria Papaleo insieme ai segretari Domenico Chiatto e Andrea Sirianni intervengono sulla vicenda che un giovane lavoratore curdo di 24 anni ha deciso di portare alla luce.
“Dobbiamo dire grazie, di cuore, al Sindaco di Modena Massimo Mezzetti e all’assessore al Lavoro Paolo Zanca che da subito hanno alzato lo scudo della Città a difesa di questo ragazzo, a difesa della legalità e del diritto alla dignità che si ottiene col lavoro. Il primo risultato è la riapertura del tavolo per il rinnovo del protocollo in materia di appalti, per arrivare in tempi brevi alla sua sottoscrizione – prosegue la leadership del Sindacato di Palazzo Europa –. Grazie per i loro interventi al segretario provinciale del Pd Stefano Vaccari, ad Antonio Platis di Forza Italia e al Collegio degli imprenditori edili. Non possiamo proseguire oltre perché, semplicemente, il resto della comunità politica ed economica modenese non ha detto una parola sulla storia di lavoro nero più grande emersa negli ultimi anni, nulla a favore di un operaio che ha denunciato mettendo a rischio la sua vita”.
Il lavoratore curdo, infatti, è stato pestato il 21 settembre e anche in queste ore continua a ricevere minacce.
“Siamo in contatto costante con lui e lo stiamo supportando legalmente e nei vari step del rapporto con le Istituzioni. E’ spaventato, perché sa che chi lo minaccia conosce l’indirizzo della sua casa. Il ragazzo ha rifiutato di trasferirsi in un alloggio sicuro che gli abbiamo offerto e, nonostante questo, ha deciso di andare avanti perché, sono parole sue, ‘quello che è capitato a me non deve più succedere a nessun altro’. Gli inquirenti diranno la loro e tireranno le somme, ma non facciamo spegnere la fiamma di questo coraggio” ricorda Cisl Emilia Centrale.
“Le elezioni regionali sono alle porte, quasi ogni giorno vediamo sui social e sulla stampa dichiarazioni positive, belle, sull’importanza di parole come ‘Comunità’ e ‘legalità’. Ora speriamo che a queste parole seguano i fatti, con una presa di posizione autorevole, capace di dimostrare sul serio che stavolta non è uno slogan trito dire che non lasceremo indietro nessuno. Vale anche per la comunità imprenditoriale. Abbiamo ricevuto diverse chiamate informali, tese a capire quanto ciò che denuncia il ragazzo sia vicino a questa o quell’impresa associata. Eppure suona come una tromba baritonale il silenzio delle associazioni di categoria. Tutte, tranne una”.
Nel materiale che si sta via via integrando per le Forze dell’ordine e per chi è preposto ai controlli ci sono cantieri privati, cantieri pubblici, volti di imprenditori ritratti non con uno ma con più lavoratori che il testimone spiega essere stati in nero.
“Siamo culturalmente lontanissimi da chi fa di tutta l’erba un fascio. E sappiamo che il tessuto economico modenese ha la schiena diritta, in molti casi – chiosa la Segreteria Cisl –. Ma sappiamo pure che l’edilizia è l’anticamera dell’inferno e, chi sta denunciando, oggi garantisce a tutti l’opportunità di essere migliori. Il messaggio che Modena ha il dovere di rilanciare è che chi denuncia deve essere protetto dalla Comunità e messo nelle condizioni di uscire e rimanere alla luce del sole”.