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Peste suina africana, minaccia per 10.000 lavoratori a Modena

Peste suina africana, minaccia per 10.000 lavoratori a Modena“L’epidemia di Peste Suina Africana sta colpendo l’industria suinicola italiana e rappresenta una grave minaccia per le aziende di macellazione e trasformazione dei prodotti anche nelle province di Modena e Reggio Emilia. Dobbiamo agire per tempo e farlo nella maniera più coordinata possibile”.

Così Daniele Donnarumma, Segretario generale della Fai Cisl Emilia Centrale, interviene sulla crisi aperta dalla diffusione della psa che all’11 settembre vede 49 focolai in tutt’Italia, diciotto dei quali in Lombardia, cinque in Piemonte e uno in Emilia-Romagna (in provincia di Piacenza). Conti alla mano, alle porte di Modena sono già oltre 70.000 i suini abbattuti. In quel di Parma gli allevamenti non sono ancora stati colpiti ma si combatte per eradicare i contagi nella popolazione dei cinghiali. Uno scenario da incubo aggravato dal blocco delle esportazioni verso i mercati asiatici, che rappresentano circa il 35% dell’export europeo.

La diffusione della malattia galoppa e in alcuni casi la cassa integrazione ordinaria è già scattata per proteggere i posti di lavoro. Duplice il danno: il settore della macellazione rallenta, gli allevamenti sono in crisi e, di conseguenza, viene a mancare la materia prima per la filiera che utilizza carni suine.

10.000 LAVORATORI NELLA FILIERA MODENESE
“Una situazione estremamente complessa che non deve trovare Modena, città simbolo del made in Italy alimentare, impreparata: qui la filiera della macellazione conta 2.000 persone nelle due principali imprese del settore, che hanno già iniziato a ridurre la produzione cancellando un giorno di attività settimanale. Altri 8.000 sono gli addetti del settore che include salumifici, attività conserviere e tutte le produzioni connesse alla lavorazione delle carni suine. Quindi, parliamo di oltre 10.000 persone che sul nostro territorio rischiano e che tutto il sistema delle Istituzioni, datoriale e sindacale deve proteggere muovendosi per tempo”, incalza Donnarumma.

CREARE UNA UNITÀ DI CRISI IN PROVINCIA

“Fai Cisl Emilia Centrale chiede, così, alla Provincia di Modena e al Presidente Fabio Braglia di formare una unità di crisi dedicata e permanente, chiamando a condividere informazioni e a collaborare le Istituzioni sanitarie, le parti datoriali, le Organizzazioni sindacali e, data la rilevanza del problema, anche i rappresentanti delle forze che siedono in parlamento e nel consiglio regionale” prosegue il leader sindacale della Fai.

PERCHÉ GLI AMMORTIZZATORI SPECIALI

L’obiettivo cui dobbiamo tendere, leggendo in modo intelligente quanto accade nei territori in cui la psa sta già picchiando duro, è quello di prevedere e richiedere ammortizzatori speciali, espressamente congegnati per far fronte a questa emergenza”. Perché gli ammortizzatori speciali? Perché sarebbe un errore impiegare la cassa integrazione ordinaria per far fronte alla crisi della peste suina, così facendo “toglieremmo alle aziende e ai lavoratori uno scudo che, invece, serve per gestire altri tipi di problemi. La peste suina è un’emergenza e come tale va gestita, con strumenti dedicati. Lo abbiamo fatto per il covid, si può rifare. Per tutto questo, Fai Cisl Emilia Centrale è pronta a fare la sua parte per portare il territorio fuori da questa situazione, lavorando fianco a fianco con le Istituzioni”, chiosa Donnarumma.