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Modena, rivedere le regole di conferimento della cittadinanza onoraria

Modena, rivedere le regole di conferimento della cittadinanza onorariaAvviare una revisione delle attuali procedure di conferimento della cittadinanza onoraria, prevedendo che l’assegnazione sia approvata da una maggioranza qualificata dei consiglieri comunali, ma anche regole certe per un’eventuale revoca. È la richiesta dell’ordine del giorno presentato dal Movimento 5 stelle sulle modifiche procedurali per il conferimento dell’onorificenza. Il documento, illustrato da Giovanni Silingardi, è stato approvato con voto unanime nella seduta del Consiglio comunale di Modena nella seduta di giovedì 14 marzo, decidendo così di avviare il percorso per modificare le regole.

Nelle premesse, la mozione ricorda l’aggiornamento della delibera sul conferimento della cittadinanza onoraria, deciso nel 2015 dal Consiglio comunale, secondo cui l’assegnazione del riconoscimento deve essere approvata con il voto favorevole della maggioranza assoluta dei consiglieri, mentre non sono state previste regole per la sua revoca.
Ricordando il meccanismo elettorale, che nei Comuni come Modena, con popolazione superiore ai 15 mila abitanti, prevede che alle liste collegate all’eletto sindaco venga assegnato il 60 per cento dei seggi in Consiglio come premio di maggioranza, Silingardi ha evidenziato come, nella situazione attuale, esista la possibilità che consiglieri che non rappresentano nemmeno la maggioranza dei votanti possa approvare il conferimento della cittadinanza. “Ma l’assegnazione di questo titolo – ha precisato – è un atto che, per sue caratteristiche e presupposti che lo giustificano, deve essere espressione della più ampia rappresentanza cittadina possibile”.
Pertanto, la mozione chiede di avviare una procedura per la revisione della delibera, con il coinvolgimento della Commissione competente, affinché le regole di conferimento risultino “più coerenti con lo spirito e il senso dell’onorificenza”. In particolare, si chiede che l’assegnazione avvenga tramite una maggioranza qualificata (rappresentativa, a esempio, dei due terzi del Consiglio comunale) e quindi più ampia di quella attualmente prevista. Inoltre, vengono richieste apposite procedure per l’eventuale revoca del titolo già conferito.