Home Modena Giornata Mondiale Tumore al Pancreas: il Centro Oncologico di Modena illuminato di...

Giornata Mondiale Tumore al Pancreas: il Centro Oncologico di Modena illuminato di viola

Giornata Mondiale Tumore al Pancreas: il Centro Oncologico di Modena illuminato di violaGiovedì 16 novembre on occasione della Giornata Mondiale del Tumore al Pancreas, le Strutture Complesse di Oncologia medica e di Chirurgia Oncologica Epato-Bilio-Pancreatica (EBP) e Trapianti dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena e Reggio Emilia, guidate dai professori Massimo Dominici e Fabrizio Di Benedetto, aderiranno alla campagna di sensibilizzazione nazionale “Facciamo luce sul tumore al pancreas”, patrocinata dall’Associazione Nastro Viola. “In Italia nel 2020, secondo l’Associazione Italiana dei Registri Tumori sono state stimate circa 14.300 nuove diagnosi di tumore del pancreas ed a Modena i nuovi casi sono circa 160 casi ogni anno con un tasso di mortalità ancora molto elevata” ricorda il professor Dominici. Nella serata del 16 novembre, il Padiglione Beccaria sarà illuminato di viola per sensibilizzare su questa patologia.

In AOU è attivo il percorso diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA) per il trattamento delle neoplasie del pancreas, fondato sulla multidisciplinarietà che vede coinvolte le Unità Operative di Gastroenterologia, Endoscopia digestiva, Medicina Interna, Medicina Interna ed Area Critica, Pronto Soccorso e Medicina d’urgenza, Radioterapia, Malattie del Metabolismo e Nutrizione clinica, Psicologia Ospedaliera, Medicina Nucleare, Anatomia Patologica, Radiologia Chirurgia Oncologica EBP e Trapianti, Oncologia. Coordinato dal dottor Roberto Ballarin, chirurgo della S.C. di Chirurgia Oncologica EBP e Trapianti, Diretta dal Prof. Fabrizio Di Benedetto, il PDTA offre tempestività degli accertamenti clinico-strumentali e la scelta della strategia terapeutica più idonea.

Negli ultimi 12 mesi, il team multidisciplinare ha discusso circa 300 casi di pazienti con neoplasia pancreatica. “La revisione delle immagini radiologiche dei singoli casi eseguita collegialmente permette una miglior definizione diagnostica e consente di scegliere il percorso terapeutico più adatto per il singolo paziente. Nell’ultimo anno, inoltre, la struttura dell’AOU di Modena è stata iscritta nel registro Italiano multicentrico osservazionale di sorveglianza prospettica dei soggetti a rischio genetico di cancro del pancreas (IRFARPC). Questo consentirà di identificare gli individui a maggior rischio e permettere una diagnosi precoce.” – sottolinea la prof.ssa Annarita Pecchi, referente della patologia all’interno della Struttura Complessa di Radiologia.

Sebbene la chirurgia rappresenti ancora oggi l’unico trattamento radicale per il tumore del pancreas, essa è applicabile in una piccola frazione dei pazienti. Qui a Modena ci sono circa 60 interventi chirurgici/anno e la maggior parte di questi vengono eseguiti con avanzate tecniche robotiche che comportano una minima invasività consentendo così una rapida ripresa dei pazienti.  Questo aspetto è molto importante per permettere al paziente di affrontare i successivi trattamenti di chemioterapia e/o radioterapia necessari a consolidare il risultato della nostra chirurgia” – spiega il professor Fabrizio Di Benedetto. Per gli altri pazienti non operabili, spesso con malattia metastatica, diverse combinazioni di chemioterapici sono state impiegate negli anni, come pure farmaci a bersaglio molecolare o trattamenti basati sul potenziamento della risposta immunitaria. Nonostante questi approcci, il quadro clinico risulta ancora estremamente severo con bassa sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi.

La mancanza di una risposta terapeutica – aggiunge il Dott.  Andrea Spallanzani, della struttura di Oncologia DH – è dovuta anche alle caratteristiche cliniche di questo tumore, tra cui sintomi poco chiari nelle prime fasi della malattia con conseguente diagnosi tardiva oltre che un ambiente tumorale ricco di elementi fibrotici che, come una fitta ragnatela, rende difficile l’azione dei farmaci. Ad oggi i dati ci indicano che proprio quella ragnatela sembra essere alla base della progressione del tumore causando resistenza ai farmaci, alla radioterapia e causando le recidive. Senza di essa il tumore potrebbe essere più “nudo” e quindi più vulnerabile”.

Giovedì 16 Novembre il nostro Policlinico con il COM si illuminerà di luce Viola proprio per ricordare a tutti noi quanto ancora sia necessario investire nella ricerca, in nuove tecniche chirurgiche e nella prevenzione per combattere questa neoplasia così aggressiva” – aggiunge il dottor Roberto Ballarin.

Proprio dall’idea di ricercare nuove strategie in grado di manipolare la ragnatela del tumore del pancreas e grazie al generoso supporto dell’Associazione Nastro Viola, della fondazione AIRC e dai fondi del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR) nel progetto HEAL Italia, il gruppo di ricercatori guidato dal Professor Dominici e della Dr.ssa Giulia Grisendi sta conducendo studi per nuove cure a base di cellule capaci di bersagliare il tumore e la sua ragnatela. “Abbiamo sviluppato un farmaco a base di cellule killer sane che provengono da tessuto adiposo del paziente e che sono modificate per produrre sostanze capaci di uccidere il tumore senza però danneggiare i tessuti sani circostanti – spiega la Dr.ssa Giulia Grisendi – Sulla base di questi dati di laboratorio abbiamo dimostrato che le cellule killer possono svolgere il loro effetto anti-tumorale e anti-ragnatela anche in combinazione con la chemioterapia. Proprio sulla base di questi incoraggianti risultati, in collaborazione con la radiologia e la chirurgia, questa nuova strategia terapeutica sarà oggetto di una sperimentazione clinica su un selezionato gruppo di pazienti che partirà nella seconda metà del 2024”.

La Giornata Mondiale del Tumore al Pancreas – conclude il prof. Massimo Dominiciè fondamentale per condividere ogni anno gli sforzi che medici e ricercatori profondono per provare a cambiare la storia naturale di questo implacabile nemico. Speriamo che vedendo la luce Viola i cittadini Modenesi pensino da un lato a chi dedica la propria carriera alla ricerca per trovare nuove cure, e dall’altro a tutti quei pazienti che la lotta la stanno combattendo o, loro malgrado, l’hanno persa. A loro, a tutti noi, va la luce Viola”.