Home Economia Ligabue, Licom: “I saldi sono andati bene, ma occorre rivedere tutto il...

Ligabue, Licom: “I saldi sono andati bene, ma occorre rivedere tutto il sistema”

Ligabue, Licom: “I saldi sono andati bene, ma occorre rivedere tutto il sistema”«I saldi sono andati bene, i negozi sono riusciti a vendere bene la merce. Ma è inutile fare giri di parole: tutto il sistema saldi va rivisto, lo ribadisco ancora una volta». Cinzia Ligabue, presidente Licom, interviene come sempre in modo molto diretto sul sistema degli sconti e lo fa mettendo in evidenza tutte le criticità di un modello come quello dei saldi, ormai superato.

«Da molto tempo ormai ribadisco, e ribadiamo come Lapam Confartigianato, come il sistema dei saldi vada completamente rivisito in profondità. Parlando anche con altri miei colleghi, sosteniamo sia inutile avere quattro mesi di periodo di sconti – prosegue Cinzia Liguabue –. Due mesi invernali e due mesi in estate rappresentano un range di tempo esagerato. Da tempo proponiamo soluzioni alternative per ovviare a un sistema ormai desueto. Se vogliamo mantenere il sistema di saldi, che ormai rappresenta più un fattore legato alla nostra cultura, il lasso di tempo dedicato agli sconti andrebbe ridotto, addirittura dimezzato: un mese d’estate, ad agosto, e un mese per i saldi invernali, a febbraio, e non nel periodo natalizio come invece avviene a oggi. Volendo essere più drastici, i saldi andrebbero addirittura eliminati, basandosi sul modello europeo: nei grandi magazzini del Nord Europa, il periodo di sconti non esiste più, ma in ogni negozio viene adibito uno spazio in cui vengono esposti prodotti perennemente scontati. In questo modo saremmo in grado di competere anche con l’online, dove quotidianamente si possono trovare prodotti a prezzi ribassati, impedendo di fatto una concorrenza leale. Solo per fare un esempio quest’anno il freddo è arrivato molto tardi e, di fatto, per chi tratta capi di abbigliamento o calzature invernali è questo il momento di vendere, ma ‘deve farlo’ in saldo, rinunciando a un guadagno in nome di una disciplina che è anacronistica, figlia di un tempo che non c’è più».