Lo sciopero, proclamato da tutte le sigle sindacali della categoria, si svolgerà dalle 19 di martedì 24 gennaio alle 19 di giovedì 26 gennaio sulla rete della viabilità ordinaria e dalle 22 di martedì 24 gennaio alle 22 di giovedì 26 gennaio sulla rete autostradale. Franco Giberti, Presidente Faib Confesercenti Modena: “Non sarà quello che vuole imporci il governo, ma un altro il cartello che noi benzinai esporremo sugli impianti in occasione del nostro sciopero: poche cifre per spiegare perché chiudiamo e per dire no alla campagna diffamatoria di cui siamo bersaglio”.
Non si fermano dunque i benzinai che, dopo l’ultimo incontro con il Mimit, alla presenza del ministro Urso definito, dalle associazioni di categoria presenti, tra le quali anche Faib Confesercenti, “deludente” hanno deciso di continuare sulla strada dello sciopero per protestare contro l’introduzione del cartello del prezzo medio, come ulteriore adempimento introdotto a seguito delle polemiche seguite alla reintroduzione delle accise. Questo adempimento, aggiuntivo ai tanti altri continua a pesare come un macigno sulla categoria chiamata a pagare per tutti la presunta lotta alla speculazione. Come se la speculazione la facessero i gestori, vincolati irrevocabilmente e contrattualmente ad un prezzo imposto dai fornitori, e dunque senza alcuna possibilità di manovrarlo o ritoccarlo. Un accusa ingiusta che rischia anche di creare confusione e problemi sulle aree di servizio con i consumatori.
“Con il nostro cartello – spiega Giberti – ci rivolgiamo soprattutto ai consumatori, i quali devono sapere che non siamo noi gli speculatori. Su 20 euro di benzina erogata, ai benzinai vanno 38 centesimi lordi, pari al 2% del prezzo totale, circa 3,5 centesimi al litro. Non sono i benzinai a stabilire il prezzo e gli aumenti dei carburanti, ma le compagnie petrolifere. Inoltre, il margine dei benzinai non aumenta all’aumentare del prezzo di benzina e gasolio, ma rimane fisso: dunque, ai benzinai non convengono i rincari, perché rischiano di vendere di meno, come sta già avvenendo: dalla fine del taglio delle accise le nostre vendite sono calate di almeno il 5%. Ma il governo – lo stesso che ha eliminato il taglio delle accise – non riesce a pensare ad altro che all’ennesimo cartello con il prezzo medio da esporre sulle stazioni di servizio: come se la soluzione del problema fosse quella di appesantire i gestori di un’ulteriore incombenza o di inasprire le sanzioni nei loro confronti”.
“Inoltre – aggiunge Giberti – ogni benzinaio ha due obblighi relativamente ai prezzi. A ogni variazione deve comunicare il nuovo prezzo all’Osservatorio dei prezzi del ministero Imprese e del made in Italy e deve indicarlo sui cartelli posti sull’impianto. Se la comunicazione viene omessa o ritardata, in caso di controllo scatta la sanzione; ugualmente è sanzionabile l’assenza del cartello di indicazione della differenza di prezzo fra “servito” e “fai da te”.”
Le associazioni dei gestori avevano già evidenziato al Ministro la loro disponibilità a garantire ancora più trasparenza sulla rete di distribuzione carburanti che già oggi è gravata da adempimenti fiscali e amministrativi circa una decina, dalla comunicazione prezzi alla trasmissione telematica dei corrispettivi, dalla bollatura degli erogatori all’esposizione dei prezzi sulle carreggiate sugli impianti fino all’esposizione dei differenziali, alla fattura elettronica capaci di tracciare e garantire il prodotto a tutti i livelli, con l’esposizione di un QR-Code o un App o dispositivi elettronici a distanza, senza gravare le gestioni di ulteriori adempimenti e sanzioni. Dunque, nessuna contrarietà alla trasparenza, a patto che questa non si trasformi in nuovi appesantimenti gestionali a carico dei benzinai e conseguenti nuove sanzioni.
Il Governo, che con la soluzione proposta dalle associazioni avrebbe potuto garantire i propri obiettivi di assicurare ulteriori elementi di conoscenza utili al consumatore, non ha inteso recepire le osservazioni delle Associazioni dei gestori atte a modificare le modalità di informazioni, rilanciando la croce addosso ai benzinai.
“Di fronte a questa indisponibilità – conclude Giberti – le ragioni dello sciopero hanno prevalso. Il resto è solo strumentalizzazione politica. Continueremo a lavorare al tavolo con il Ministro per intervenire nel merito delle questioni poste e ridare dignità alla categoria e il confronto si sposta in Parlamento dove porteremo le nostre ragionevoli posizioni. Intanto lavoriamo per una buona riuscita dello sciopero”.