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Chirurgia Pediatrica, a Modena il primo intervento di ricostruzione esofagea in toracoscopia in un bimbo di 4 mesi

Chirurgia Pediatrica, a Modena il primo intervento di ricostruzione esofagea in toracoscopia in un bimbo di 4 mesi
Cuomo, Ceccarelli, Donini e Nicastro

Al Policlinico di Modena è stato effettuato per la prima volta un intervento di ricostruzione esofagea in toracoscopia su un bambino di 4 mesi affetto da atresia dell’esofago di primo tipo, al quale mancava un tratto di esofago di 12 centimetri. Due interventi di sette ore ciascuno, a distanza di 10 giorni l’uno dall’altro, sono stato effettuato dall’equipe di Chirurgia Pediatria, diretta dal dottor Pier Luca Ceccarelli.

“Successi come questo sono il frutto dell’expertise e della multidisciplinarietà che caratterizza un gruppo di lavoro”, commenta l’Assessore alle Politiche per la Salute della Regione Emilia-Romagna, Raffaele Donini, “ma sicuramente anche delle opportunità che può offrire una sanità pubblica e universalistica che, come Regione, siamo sempre andati fieri di avere. La chirurgia mininvasiva su neonato per la ricostruzione di una parte di esofago testimonia il livello di specialità e di qualità che un gruppo multidisciplinare può raggiungere se, come in questo caso, esso mantiene chiaro il proprio obiettivo: fare sempre meglio con tutti i mezzi che abbiamo a nostra disposizione”.

“Desidero fare i miei complimenti a tutta l’equipe medico-chirurgica e infermieristica che ha svolto questo importante intervento”, ha affermato il Direttore sanitario dell’AOU di Modena, dottor Ottavio Nicastro. “Grazie al lavoro svolto in questi anni di tutti, la Chirurgia Pediatrica del Policlinico ha maturato una casistica importante e può offrire alla cittadinanza una chirurgia specialistica di terzo livello capace di trattare la maggior parte delle patologie più difficili. Come direzione siamo impegnati a investire risorse su questo settore che è uno dei perni dell’attività materno-infantile che costituisce una delle mission del Policlinico”.

La toracoscopia è una tecnica di chirurgia mini-invasiva che consente l’esplorazione visiva del cavo pleurico. Prevede diversi accessi transtoracici (di solito 3) e viene svolta in anestesia generale. Consente ospedalizzazioni più ridotte, minore dolore post-operatorio ed una ripresa funzionale più rapida.

“L’esofago è il primo tratto del tubo digerente che permette il passaggio del cibo dalla bocca allo stomaco”, ricorda il dottor Pier Luca Ceccarelli. “Nell’atresia esofagea vi è un’interruzione dell’esofago spesso associata all’anomala presenza di una comunicazione con la trachea, la quale ha il compito di permettere il passaggio dell’aria nei polmoni. Le cause di questa patologia sono ad oggi sconosciute”.

L’atresia è un’importante malformazione, che colpisce un neonato su 3.000. Quella di primo tipo è la più difficile perché prevede un’interruzione molto ampia dell’esofago. “Nel nostro caso – continua il dottor Ceccarelli – si trattata di un’interruzione di 12 centimetri che su un neonato è davvero enorme. L’intervento in toracoscopia ha consentito di agire sulla malformazione e il piccolo paziente oggi si alimenta correttamente ed è stato dimesso. Il bimbo è nato al Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, dove collaboriamo da sempre con il reparto di Neonatologia diretto dal dottor Giancarlo Gargano, con il quale stringiamo da tempo una stretta e profonda sinergia umana e professionale”.

“Non possiamo che essere orgogliosi del nostro gruppo di professionisti Infermieri – hanno commentato Anna Rita Garzia, Direttore delle Professioni Sanitarie e Giovanna Cuomo, della Direzione professioni Sanitarie – il risultato raggiunto è anche grazie alla loro professionalità, competenza e dedizione. La professione infermieristica è sicuramente tra le professioni sanitarie quella più vicina alle Persone, ai Cittadini, nel futuro della sanità a fronte della richiesta di salute della popolazione e in particolar modo quella delle fasce più fragili, gli Infermieri sono chiamati a esercitare un ruolo sempre più preponderante. Agli Infermieri va riconosciuto il loro ruolo basato su competenze acquisite e sulla volontà di acquisire continuamente nuova competenza, ma anche al ruolo che essi rivestono all’interno di una équipe multidisciplinare. Proprio questi due aspetti hanno contribuito al buon esito di questo percorso assistenziale: competenze e multidisciplinarità.

La storia clinica

La diagnosi della malformazione è stata fatta prima della nascita, così il bambino è stato centralizzato a Modena, dove è stato preso in carico dai Neonatologi dell’equipe del prof. Alberto Berardi. Qui, insieme alla dottoressa Valentina Boarino, endoscopista della Gastroenterologia diretta dal prof. Antonio Colecchia, è stato posizionato un passaggio gastrico un sondino che ha consentito al neonato di alimentarsi sino a quando, raggiunti i 4 mesi di vita, è stato possibile operarlo. L’equipe della Chirurgia Pediatrica, coadiuvata dagli anestesisti dell’Anestesia e Rianimazione 1, diretta dal prof. Massimo Girardis, e dal personale infermieristico del Blocco Operatorio, ha svolto due interventi. Il primo, durato sette ore, ha consentito di avvicinare i due lembi dell’esofago sino a circa 3 centimetri. I chirurghi hanno atteso dieci giorni che i tessuti si stabilizzassero per effettuare il secondo intervento, durato sempre sette ore, che ha consentito di unire i due lembi e suturarli. Una volta che il nuovo esofago stato così ricostruito, il bimbo ha cominciato ad alimentarsi correttamente. Ora è stato dimesso e dovrà effettuare controlli periodici.

“Questo intervento – conclude il dottor Ceccarelli – è frutto di un grande lavoro di equipe e multidisciplinare. Desidero ringraziare tutti i miei collaboratori, il personale infermieristico della degenza pediatrica e del Blocco operatorio, e tutti i colleghi neonatologi, i gastroenterologi, gli anestesisti. L’intervento è frutto anche della importante collaborazione con la Neonatologia dell’Ospedale di Reggio Emilia, diretta dal dottor Giancarlo Gargano, che per prima ha preso in carico il neonato, e con la Chirurgia Pediatrica dell’Ospedale di Vicenza, diretta dal dottor Fabio Chiarenza, con cui abbiamo cominciato un percorso di formazione che ci ha consentito di implementare questo tipo di intervento, in cui i colleghi vicentini sono dei veri pionieri. Un successo di squadra che ci ha consentito di dare risposta a un caso clinico complesso.”

 

I numeri della Chirurgia Pediatrica

La Chirurgia Pediatrica è attiva all’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, dal 1989. In media, compie circa 1000 interventi all’anno per patologia congenito-malformativa ed acquisita, in elezione e in urgenza, come hub di riferimento chirurgico per l’età pediatrica di un bacino di utenza di circa 1.200.000 abitanti, comprendente le province di Modena e Reggio Emilia. Si occupa di tutte le patologie dal neonato, anzi dal prematuro di pochi etti di peso, all’adolescente di oltre cento kg. Una chirurgia davvero completa, quindi, che è un’affascinante sfida diagnostica, terapeutica ma anche didattica di ricerca. Chirurgia laparoscopica ed endourologia (ma anche microchirurgia) rappresentano tecniche operatorie ormai quotidianamente impiegate anche nei Pazienti più piccoli e rappresentano il gold standard nel trattamento di vari e complessi quadri malformativi. Da un anno è attivo anche il progetto di chirurgia robotica.