Nel mese dedicato alla prevenzione delle patologie oncologiche un importante spazio lo occupa un altro screening, quello sull’epatite C, strumento prezioso per individuare e contrastare un’infezione pericolosa come quella del virus HCV.
C’è tempo fino al 31 dicembre prossimo per aderire a “C devi pensare”, questo il claim della campagna regionale avviata nei primi mesi dell’anno in corso, prevista in via sperimentale a livello nazionale nell’ottica di rafforzare la prevenzione contro la malattia.
Nel modenese il test di screening – un semplice esame del sangue – viene eseguito in accesso diretto, gratuitamente, in 29 Punti prelievi del territorio (l’elenco è consultabile alla pagina dedicata www.ausl.mo.it/screening-epatite-c), sia come test singolo sia chiedendo al Punto prelievi di aggiungerlo ad altri esami già previsti (anche se prenotati). Il cittadino non ha bisogno di prenotare né occorre richiesta del medico.
Parafrasando lo slogan della campagna regionale, già quasi 20mila modenesi “C hanno pensato”, ovvero hanno aderito allo screening: grazie a quest’attività è stato possibile individuare 193 positività all’HCV, di cui 18 con infezione in atto. Questi ultimi sono stati presi in carico dagli specialisti delle Malattie Infettive dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, per ulteriori approfondimenti clinico-strumentali e per l’assegnazione della terapia.
Come stabilito da decreti ministeriali, lo screening – che ha portata nazionale – è rivolto in via sperimentale a tutta la popolazione iscritta all’anagrafe sanitaria (inclusi gli Stranieri temporaneamente presenti – STP), nata dal 1969 al 1989. Rientrano nei destinatari dello screening anche le persone seguite dai Servizi pubblici per le Dipendenze Patologiche (SerDP), indipendentemente dall’anno di nascita e dalla nazionalità; e i detenuti in carcere, anche in questo caso indipendentemente dall’anno di nascita e dalla nazionalità.
L’Azienda USL di Modena ha inviato circa 187mila SMS e notifiche sul Fascicolo Sanitario Elettronico ai destinatari dello screening per invitarli a partecipare e informarli sulle modalità per aderire.
Perché aderire
L’epatite C è un’infezione pericolosa: molte persone infettate sviluppano una malattia epatica cronica, che può evolvere in forme molto gravi e progressive che vanno dalla cirrosi al cancro al fegato. La maggior parte delle persone con epatite C cronica non presenta alcun sintomo o presenta solo sintomi generali come malessere, anoressia, affaticamento. Lo screening, dunque, è l’unico modo per individuarla. La terapia disponibile da alcuni anni è semplice da assumere, sicura ed estremamente efficace. Circa il 95% delle persone trattate guarisce completamente eliminando l’infezione.
Come avviene l’analisi
Sul campione ematico viene effettuato un primo esame sierologico, ed eventualmente i successivi approfondimenti necessari. Il cittadino riceverà sul FSE l’esito dello screening se negativo.
In caso di esito positivo, viene preso in carico dagli specialisti dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena.
I SerDP, dal canto loro, continuano l’attività già in corso per la ricerca di HCV nei soggetti che seguono, di qualunque età siano. In caso di esito positivo, verrà garantito, da parte del medico SerDP, l’invio del paziente a una visita specialistica e il follow up del trattamento. Anche all’interno degli istituti penitenziari proseguirà l’attività di screening per HCV, già in corso, e la presa in carico specialistica per i casi risultati positivi.
Tutte le informazioni sul perché aderire e le iniziative di comunicazione regionale sono raccolte alla pagina dedicata https://salute.regione.emilia-romagna.it/screeningepatitec.
Il sito dell’Azienda USL di Modena è invece di riferimento per i cittadini della provincia che, all’indirizzo www.ausl.mo.it/screening-epatite-c, possono trovare informazioni sullo screening e sulle modalità per aderire, l’elenco dei Punti prelievi in cui è possibile eseguire il test e la modulistica necessaria.