Gli studenti di tre classi quarte dell’indirizzo Grafico dell’Istituto di Istruzione Superiore “Adolfo Venturi” di Modena con una sola “missione”: realizzare il manifesto che caratterizzerà l’edizione numero 18 del Palio della Ghirlandina, manifestazione che premia i migliori aceti balsamici della tradizione familiare modenese promossa dall’Associazione Esperti Degustatori di ABTM D.O.P. in collaborazione con il Consorzio Produttori Antiche Acetaie. Si rinnova anche per quest’anno la partnership per l’attivazione di un PCTO (percorso per le competenze trasversali e per l’orientamento) che ha l’obiettivo di far conoscere ai più giovani l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena D.O.P., il suo ciclo produttivo, la storia e le tradizioni. I ragazzi, in particolare, sono chiamati a partecipare a un concorso a tema: dovranno preparare due elaborati ciascuno, uno grafico e l’altro fotografico, e tra questi una qualificata giuria sceglierà l’immagine che rappresenterà il Palio della Ghirlandina della “maggiore età”.
I docenti referenti del “Venturi”, vale a dire Andrea Tedeschi, Nicoletta Braida e Roberta Milena Spizzica, in accordo con il presidente dell’AED e del Consorzio Mario Gambigliani Zoccoli, come tema da svolgere quest’anno hanno optato per la “parola”, intesa come elemento da valorizzare anche visivamente nelle opere che dovranno essere realizzate. La designazione del vincitore avverrà a dicembre, in occasione del tradizionale pranzo prenatalizio, alla fine del corso per conduttori di acetaia e avviamento all’assaggio. Dopo le prime lezioni in aula, gli studenti del “Venturi” visiteranno anche l’acetaia che si trova nel sottotetto dell’abitazione di Enrico Nasi, vicepresidente dell’AED, non distante dalla sede scolastica di via dei Servi.
«La collaborazione con il “Venturi” è arrivata al 17esimo anno di attività – evidenzia Mario Gambigliani Zoccoli – il concorso è un modo importante per cercare di avvicinare i giovani al nostro mondo. Abbiamo scelto il tema della “parola” in quanto la comunità balsamica è ristretta e siamo abituati a raccontare l’aceto tendenzialmente sempre nello stesso modo. Auspichiamo che questi ragazzi possano riuscire a trovare nuove terminologie con cui comunicare il nostro prodotto, in particolar modo nei confronti dei giovani».
«La “Parola” può essere intesa come aforisma, metafora, forma grafica – conclude la docente Nicoletta Braida – i ragazzi saranno chiamati a sviluppare il tema con due manifesti, uno fotografico e uno grafico. Il percorso è pienamente inserito nella cosiddetta “alternanza scuola lavoro” e rappresenta un’esperienza sicuramente stimolante e che esce dall’attività tradizionale effettuata in classe».