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Centro hub di Terapia Antalgica di Castelfranco Emilia e Ospedale di Vignola

Centro hub di Terapia Antalgica di Castelfranco Emilia e Ospedale di Vignola
Marisa Rossetti

La signora, Marisa Rossetti, 79enne di Campogalliano, era arrivata al punto da non riuscire più a camminare a causa della presenza di Cisti di Tarlov, cisti che si formano in corrispondenza della colonna vertebrale provocando, in questo caso, uno schiacciamento dei nervi intercostali e, di conseguenza, un dolore molto forte e invalidante.

Un caso complesso che è stato trattato dal Centro di Terapia Antalgica di Castelfranco Emilia con l’inserimento nella schiena della paziente di un particolare impianto wireless, una modalità innovativa mai usata in questo tipo di patologia. L’intervento è stato effettuato presso il blocco operatorio dell’Ospedale di Vignola. Grazie a questo impianto, nel giro di pochi giorni il dolore è scomparso, la signora ha ripreso a camminare e a guidare l’auto e ha quindi ritrovato la propria autonomia.

Dal 2019 il Centro di Terapia Antalgica di Castelfranco Emilia è uno dei tre hub della rete regionale della Terapia del dolore assieme ai centri di Ravenna e Parma, dimostrandosi punto di riferimento per tutta la provincia e non solo. L’essenza della terapia è la cura del dolore cronico (con diverse cause scatenanti) ogni anno vengono presi in carico circa 700 nuovi pazienti ed effettuate circa 6mila visite di controllo.

La signora è venuta nel nostro Centro ad aprile, aveva una scala del dolore di 8 punti su 10 ed era costretta su una carrozzina – spiega Cristina Mastronicola direttrice del Centro di Castelfranco – i neurochirurghi che l’avevano visitata le avevano detto che non era operabile consigliandole di rivolgersi alla nostra struttura”

Gli specialisti del Centro di Castelfranco Emilia hanno valutato l’inserimento di un impianto wireless che emette neurostimolazioni per controllare il dolore causato dalla compressione dei nervi.

Rispetto agli impianti tradizionali, che da tempo utilizziamo per i nostri pazienti, in collaborazione con l’Ospedale di Vignola, questo impianto wireless ha il vantaggio di non dover essere sostituito per usura delle pile – spiega Mastronicola – gli elettrodi terminano con una piccola antenna ricevente e tutto l’apparecchio si trova sottopelle. La parte esterna dell’apparecchio va indossata attraverso una fascia di tessuto che si può comodamente togliere all’occorrenza. A quanto mi risulta, sarebbe la prima volta che in Italia viene utilizzato un apparecchio wireless per il controllo del dolore dorsale da cisti di Tarlov”.

Grazie a questa tecnica innovativa il paziente viene sottoposto ad un unico intervento chirurgico a cui segue un ricovero di 24 ore, un tempo breve che consente anche a persone sottoposte a particolari terapie (ad esempio terapie anticoagulanti) di poterle interrompere solo per qualche giorno.

Come detto, l’intervento è avvenuto all’Ospedale di Vignola dove vengono eseguiti tutti gli interventi di chirurgia per il controllo del dolore in pazienti seguiti dal Centro di Terapia Antalgica.

Dal 2021 l’equipe del centro hub di terapia del dolore di Castelfranco effettua interventi più complessi fra cui quello a cui è stata sottoposta la signora presso il blocco operatorio dell’Ospedale di Vignola – spiega la Direttrice del Distretto di Vignola e Responsabile di Direzione Sanitaria dell’Ospedale di Vignola Federica Casoni – insieme all’equipe di Castelfranco il percorso della paziente è stato seguito da Federica Vaccari, coordinatrice dell’area omogenea chirurgica, Federica Barani coordinatrice del blocco operatorio e dai due uffici di pre-ricovero. Si tratta di una collaborazione e crescita che i professionisti appartenenti a differenti unità operative hanno messo in atto portando ad un miglioramento della qualità dell’assistenza. Ringrazio la dottoressa Mastronicola e la sua equipe per il grande lavoro fatto e i professionisti di tutto il percorso chirurgico dell’Ospedale di Vignola dal pre-ricovero, all’area chirurgica omogenea, al blocco operatorio per l’impegno e la dedizione con cui hanno promosso questa integrazione”.

Mastronicola, Rossetti e Casoni