Home Modena Modena, associazioni e studenti insieme per guardare al futuro della scuola e...

Modena, associazioni e studenti insieme per guardare al futuro della scuola e della città

Modena, associazioni e studenti insieme per guardare al futuro della scuola e della cittàAssemblea gremita quella che si è svolta sabato presso lo Spazio Nuovo di via IV novembre. Presenti all’incontro le maggiori associazioni studentesche e giovanili del territorio: Udu, Rete degli studenti, Arcigay, Idee in circolo e studenti autorganizzati.

Al centro del dibattito la scuola e il futuro dei giovani della città, con una particolare attenzione alle infrastrutture, al percorso del pcto, alla cultura e all’utilizzo degli spazi pubblici per le associazioni.

“Un’occasione di dialogo per far emergere dal basso richieste, idee e le diverse sensibilitá dei giovani modenesi, spiega Davide Nostrini, moderatore della serata”.

La serata è iniziata con la presentazione dei dati nazionali su scuola, salute e cultura.

“Gli investimenti in questi settori sono tutti inferiori alla media europea, dicono amareggiati dall’assemblea”.

“L’Italia investe solo lo 0,2% per la salute mentale, un tassello invece fondamentale da legare alle scuole e ai luoghi più frequentati dai giovani, spiega Manuela Ciambellini”.

L’assemblea concorda all’unanimità sulla necessità di una scuola totalmente in presenza, necessaria per la socialità dei ragazzi.

Si concorda anche con una scuola capace di accogliere le diverse intelligenze, come quella emotiva e meno concentrata sulla competitività tra gli studenti  e sul raggiungimento del voto.

“É necessaria una scuola inclusiva anche per la comunità Lgbtqia+, spiega il Presidente di Arcigay Modena Francesco Donini”.

Molti studenti vogliono rivedere anche il percorso del pcto e il ruolo della scuola.

“La scuola, dicono il gruppo di studenti autorganizzati, ha il compito in primis di formare i futuri cittadini, il pcto è invece troppo spesso un’occasione di sfruttamento degli studenti”.

Diversa la sensibilità della Rete degli studenti che pensa ad una riforma a riguardo, valorizzando ciò che funziona ed eliminando i percorsi ad alto rischio.

In Emilia Romagna i ragazzi che non studiano e non lavorano sono il 22%, un dato elevato che riflette su come per molti sia difficile continuare gli studi o accedere al mercato del lavoro con contratti stabili.

“I contratti di tirocinio e di apprendistato possono essere utilizzati in una fase di approccio al lavoro, molte aziende invece ne abusano, con l’obiettivo di pagare meno i giovani, spiegano sempre studenti autorganizzati”.

Riguardo alla città di Modena emerge la necessità dei ragazzi d’investire sulle politiche giovanili ascoltando le richieste dal basso e soprattutto di essere coinvolti nella stesura dei futuri progetti, specie quelli finanziati dal Pnrr.

Una discussione é stata fatta anche sui percorsi d’orientamento universitari, troppo spesso legati alla promozione della retribuzione e non ad una scelta consapevole. Infine si è discusso riguardo la valorizzazione dei corsi formativi post diploma, molto finanziati negli ultimi mesi e volti a creare un lavoro di maggiore qualità.