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Cisl, come cambia il lavoro in banca: “Meno filiali e più smart working”

Cisl, come cambia il lavoro in banca: “Meno filiali e più smart working”«La pandemia ha accelerato la digitalizzazione del lavoro in banca. Questa nuova modalità era già stata avviata attraverso accordi aziendali a partire dal 2016, ma in molte realtà i manager l’avevano ostacolata. Dall’anno scorso le banche hanno capito che lo smart working contiene i costi mantenendo o, in alcuni casi, addirittura aumentando la produttività, a tutto vantaggio dei bilanci».

Lo ha detto il segretario generale del sindacato bancari First Cisl Emilia Centrale Leonello Boschiroli nella relazione con cui si è aperto oggi il congresso della sigla che tra Modena e Reggio conta quasi 2.500 iscritti.

«La presenza fisica dei lavoratori negli uffici è sempre meno imposta, ma dovrà essere comunque sempre più normata – ha affermato Boschiroli – Servono accordi sindacali che sanciscano orari di lavoro, responsabilità e riservatezza dei dati. Nel 2019 il nostro contratto nazionale di lavoro ha inserito un massimo di dieci giornate al mese di smart working e previsto il diritto alla disconnessione, purtroppo non sempre facile da far rispettare. Ci sono colleghi che ricevono mail dai superiori anche la domenica mattina e sono in qualche modo obbligati a rispondere».

Il segretario dei bancari Cisl ha aggiunto che le modalità di lavoro in banca stanno cambiando anche perché quasi tutti i grandi gruppi bancari hanno modificato modello distributivo e presenza sul territorio.

«Negli ultimi anni sono state chiuse decine di sportelli bancari, creando disagi ai clienti specialmente nel nostro Appennino – ha ricordato Boschiroli – I ricavi delle banche si sono spostati dal margine d’intermediazione, oggi ai minimi storici per via delle politiche sui tassi d’interesse, alle commissioni che rappresentano circa l’80% degli utili. Per ottenere ciò tutti i grandi gruppi hanno lavorato sempre di più sulla segmentazione della clientela (aziende, privati ecc.) creando poli di gestori specializzati che non hanno più sede nelle filiali.

La clientela più redditizia è stata spostata dalle filiali ai nuovi canali che possono garantire un buon servizio anche a distanza e minori costi di gestione. Questo modello – prevede il segretario della First Cisl Emilia Centrale – non potrà che portare a uno sviluppo della digitalizzazione nel settore bancario con l’introduzione di nuovi programmi di intelligenza artificiale. In questo contesto l’attività del sindacato diventa sempre più importante. Non possiamo lasciare carta bianca ai manager, ma dobbiamo governare questi processi nell’interesse dei lavoratori e dei clienti».

Per la Cisl il sistema bancario è diventato, salvo qualche lodevole eccezione, sempre più indifferente ai destini dei territori e delle economie locali.

«Il core business non sono più la tutela del risparmio e l’erogazione del credito, ma l’esasperata ricerca di redditività – afferma Boschiroli – Essa si attua principalmente attraverso la riduzione dei costi, operazioni di fusione e incorporazione che hanno coinvolto Modena e Reggio. Basti pensare all’acquisizione di Cassa di Cento da parte di Credem, le acquisizioni di Unipol Banca e delle filiali Ubi da parte di Bper. Anche le due banche di credito cooperativo sono entrate in due holding: Emilbanca nel gruppo Iccrea e Banca Centro Emilia nel gruppo Cassa Centrale Banca di Trento, con impatti sui lavoratori modenesi e reggiani», conclude il segretario generale della First Cisl Emilia Centrale.