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Il Centro Servizi Volontariato in prima linea sui temi della disabilità con il progetto “Verso esperienze di autonomia”

Il Centro Servizi Volontariato in prima linea sui temi della disabilità con il progetto “Verso esperienze di autonomia”Continua il grande lavoro del Centro Servizi Volontariato Terre Estensi sui temi della disabilità, dell’autonomia e del “dopo di noi”. Dopo l’avvio nel 2010 del “Tavolo permanente sulla Disabilità” del distretto di Vignola, coordinato dal Csv, che vede lavorare insieme associazioni e servizi pubblici per lo sviluppo di progetti e risposte concrete per le persone con disabilità, è la volta del nuovo progetto “Verso esperienze di autonomia”.

Con il progetto Verso, appena avviato, il Csv ha messo in rete diverse realtà del terzo settore che in provincia di Modena si occupano di questi temi, per la condivisione di idee, valori e progettualità volti ad innescare un cambiamento culturale che mostri la disabilità non solo come problema ma anche come risorsa e per creare opportunità e risposte nuove. Del progetto fa parte l’associazione Magicamente Liberi di Vignola che sta lavorando per l’avvio a Savignano sul Panaro del negozio “Rompibolle”, un punto vendita di prodotti sfusi per la casa e l’igiene personale che coniuga i valori della sostenibilità ambientale con l’inserimento lavorativo di persone con disabilità.

Da Vignola a Carpi, dove si stanno svolgendo i lavori del Care Residence in zona Cappuccina, all’interno del quale saranno messi a disposizione tre appartamenti dedicati a progetti orientati al “dopo di noi” e alla vita indipendente. Il progetto è promosso da Fondazione Progetto per la Vita, realtà attiva sul territorio dell’Unione Terre d’Argine per sensibilizzare sul tema del “dopo di noi”, sostenuto dal comune di Carpi e da diversi attori del territorio.

L’idea che si pone alla base di questi percorsi coordinati dal Csv è quella di creare le condizioni necessarie affinché famiglie, servizi e comunità lavorino in sinergia per consentire alle persone con disabilità di raggiungere il massimo grado di autonomia possibile, coinvolgendo operatori, volontari, famigliari e portatori di disabilità per pensare, insieme, il benessere collettivo, grazie agli stimoli e alle attività del privato sociale che in collaborazione con l’ente pubblico danno risposte nuove.