Un atto concreto di solidarietà per aiutare le vittime di gravi reati a superare le conseguenze, fisiche e psicologiche, delle violenze subite e rifarsi una vita.
Ci sono anche i familiari di Davide Calbucci, il 49enne cesenate ucciso a coltellate nel dicembre scorso dal vicino di casa per banali liti che si trascinavano da tempo, tra le 14 persone, 6 donne e 8 minorenni, che vanno ad aggiungersi alla lunga lista di quelle sostenute dalla Fondazione emiliano-romagnola vittime di reato dall’inizio dell’attività ad oggi.
Un organismo unico nel suo genere in Italia, la Fondazione, nato nel 2004 su iniziativa della Regione proprio per offrire un sostegno economico immediato alle persone e ai loro familiari, vittime di violenze e soprusi che avvengono spesso in ambito familiare.
La tragica vicenda dell’omicidio Calbucci, che ha lasciato la moglie Iwona e due figlie (Malwina ed Ambra), è una delle cinque nuove richieste di intervento presentate da sindaci delle province di Bologna, Parma, Rimini e Forlì-Cesena e accolte del Comitato di garanti della Fondazione nel corso della prima riunione del 2021, che si è svolta da remoto nel rispetto delle regole anti-Covid.
Le altre quattro istanze approvate dalla Fondazione, per un totale di 40.500 euro di fondi erogati, si riferiscono invece a episodi di violenza domestica messi in atto da uomini contro donne e i loro figli. In un caso si tratta di un vero e proprio tentato omicidio, sventato per un soffio dai soccorritori chiamati dai vicini di casa.
Gli altri tre casi riguardano altrettante donne che, dopo anni di soprusi e violenze subiti tra le mura domestiche, hanno trovato la forza di denunciare e stanno gradualmente ricostruendo la loro vita grazie all’intervento dei Centri antiviolenza e dei servizi sociali sul territorio, con il supporto della Fondazione.
“È importante e lo è ancora di più in un momento come questo con la pandemia che rende estremamente difficili contatti e relazioni, la vicinanza e la solidarietà concreta delle istituzioni nei confronti delle vittime di reato e delle loro famiglie- sottolinea il presidente della Regione, Stefano Bonaccini-. Persone che mai come ora hanno bisogno di tutto il nostro sostegno per riacquistare la fiducia e la speranza necessarie per riprendere in mano la loro vita. Per questo ringrazio la Fondazione regionale, che non si è mai fermata. E grazie anche ai sindaci, che segnalando i casi più gravi contribuiscono a mantenere alto l’ascolto dei territori”.
“Come sempre dopo ogni riunione del Comitato dei Garanti in cui stanziamo gli aiuti- commenta il presidente della Fondazione, lo scrittore Carlo Lucarelli– provo alcuni sentimenti molto forti. Due soprattutto. Uno è un senso di malinconica soddisfazione. Soddisfazione perché sappiamo che le cifre destinate alle vittime contribuiranno a risolvere concretamente alcuni dei loro problemi e a farle sentire meno sole in questo brutto momento, e malinconia proprio perché è di quel brutto momento che ci stiamo occupando, e ci avrebbe fatto maggior piacere sentirci vicini in un momento di festa, come dovrebbero essere sempre le cose in una regione bella come la nostra. L’altro è un senso di rabbia impaziente. Perché di nuovo, anche in una regione bella come l’Emilia-Romagna ci troviamo ad occuparci nella maggior parte dei casi di violenze sulle donne e sui minori, soprattutto in famiglia, con tanti episodi di ottusa e folle brutalità che ci fanno pensare che basta, è ora di finirla con certe brutte cose, e soprattutto è ora di farlo subito”.
Dal 2004 ad oggi aiutate 874 persone con l’erogazione di circa 3 milioni di euro
Dall’inizio dell’attività al dicembre scorso la Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati ha approvato 407 richieste di intervento che hanno permesso di aiutare 874 persone (358 donne, 124 uomini e 392 minorenni), con l’erogazione di circa 3 milioni di euro.
Nel solo 2020 la Fondazione ha accolto 21 istanze, provenienti dalle province di Bologna (7), Forlì-Cesena (2), Ferrara (4), Modena (1), Piacenza (3), Parma (2), Reggio Emilia (2). Le persone aiutate sono state 38 persone, di cui 20 donne, 17 minorenni e un uomo, per un ammontare di quasi 120mila euro.
Per 13 volte si è trattato di violenza di genere all’interno della famiglia, 3 sono casi di violenza sulle donne da parte di conoscenti o sconosciuti, poi ci sono altri 3 casi di maltrattamenti su minorenni e 2 omicidi. Le vittime sono Maria Luisa Silvestri, uccisa nello scorso novembre a Ferrara dal nipote tossicodipendente, e Filomena Cataldi, colpita a morte nell’agosto di due anni fa, aTorrile (Pr), da un vicino di casa con gravi problemi psichici.
I soci della Fondazione sono la Regione, tutte le Province e i comuni capoluogo dell’Emilia-Romagna, oltre ai comuni di Imola (Bo), Castelfranco Emilia, Novi, Sassuolo e San Possidonio, questi ultimi quattronel modenese. Nella compagine sociale figurano anche l’Unione delle Terre d’Argine, l’Unione Pedemontana Parmense, l’Unione Val d’Enza e l’Unione della Romagna Faentina. Unico socio sostenitore è l’Università di Parma.
Per il 2021 la Fondazione può contare su un budget di circa 240 mila euro, di cui 150 mila euro, la quota maggiore, messa a disposizione dalla Regione. L’attività dell’ente è sostenuta dai versamenti dei soci e dalle donazioni dei singoli cittadini, ad esempio destinando all’ente il 5×1000 della propria dichiarazione dei redditi, indicando nell’apposito riquadro il codice fiscale della Fondazione, 02490441207.